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WSOP 2012 – Gabriele Lepore: “Giocare è più stressante che lavorare!”
Un titolo che potrebbe sembrare provocatorio, e sicuramente scatenerà varie discussioni. Eppure Gabriele Lepore, prima di diventare un giocatore professionista, ha lavorato per ben sette anni nell’attività di famiglia: “Mio padre ha un’azienda di macchinari industriali, è un rivenditore di carpenteria meccanica, come saldatrici o seghe a nastro; il nostro cliente va dal singolo fabbro alla compagnia che costruisce uno stadio”.
Gabriele ha lavorato nell’attività del padre sin da quando aveva 18 anni, quando decide di iscriversi all’università, che lascerà da lì a poco, comunque sempre continuando a lavorare.
“Principalmente lavoravo in ufficio o in negozio, mi occupavo di vendite, a volte mi recavo di persona dai clienti; il nostro dipendente tipo trasporta il materiale che vendiamo col furgone, io ero un po’ il jolly, facevo quello che serviva”. Insomma, fino a qualche anno fa Galb aveva una giornata tipo abbastanza diversa da quella del PPP: “Mi svegliavo alle 7.30, alle 8.30 andavo a lavoro, avevo una pausa pranzo alle 12.30, poi riprendevo e staccavo alle 18.00”. Un bel giorno arriva il poker, e “Per tre anni ho lavorato e giocato: appena tornavo a casa mi mettevo a giocare, fino a mezzanotte o le due, dipendeva da cosa giocavo”, finché “Poi un giorno ho deciso di farlo seriamente, ho iniziato a studiare e a scalare i livelli”.
E’ andata in un modo curioso, perché siamo abituati ad immaginare i genitori restii a far intraprendere, ai loro figli, l’attività di giocatore di poker; invece Gabriele comincia a far tardi spesso al lavoro, finché il padre lo richiama:
- Sto poker lascialo se ti leva tutto questo tempo
- Non vorrei lasciarlo perché ho vinto bene ultimamente
- Quanto hai vinto l’ultimo mese?
- Ho vinto X
- E il mese prima?
- Il mese prima ho vinto Y
- E il mese prima ancora?
- Circa Z
- Da domani non venire più a lavorare.
E oggi la giornata tipo è cambiata: “Mi sveglio quando voglio, ma il viaggiare mi fa sballare gli orari, soprattutto quando vengo in USA, posso svegliarmi alle 7 di mattina come alle 14, comunque cerco di svegliarmi, mediamente, fra le dieci e l’ora di pranzo”.
Quindi la fatidica domanda: è più stressante lavorare o giocare a poker? “Dipende da cosa fai, nel mio caso, essendo l’attività di mio padre, avevo delle responsabilità, mentre un lavoro “normale” da dipendente ha il vantaggio che, una volta finita la tua giornata, non devi preoccuparti più di niente”.
Ormai Lepore ha provato entrambi i ruoli e può affermare che “A livello fisico il mio non era un lavoro pesante, mi stanco più a grindare online rispetto a quando lavoravo”, e anche a livello mentale “Sono molto più stressato di prima”. Infatti il pro di Sisal Poker non ha intenzione di fare il giocatore per tutta la vita: “Già ho un’altra attività (VegaSites), vorrei investire ancora, intraprenderne di nuove e lasciare la vita da PPP”.
Perché è stressante o perché il poker non è una garanzia, non è “sicuro”? “Perché è troppo stressante, e poi ci sono tante altre cose belle nella vita: personalmente trovo interessante avere un proprio business e portarlo avanti, sono una persona intraprendente”.
Una bella lezione di vita da chi è stato da una parte e dall’altra della medaglia: non è tutto oro quello che luccica.