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WSOP 2012 – Montagne russe per Alioto, Carini si consola con il Cash
“Sono un po’ amareggiato perché fino a qualche livello fa ero ben alto nel chipcount. Tutta colpa del Badugi”.
Il Ten Game è una disciplina che a pronunciarne i giochi sembra uno scioglilingua: si va dal tradizionale No Limit passando per le varianti dello stud, l’Omaha e, attenzione attenzione, il Badugi. In coreano Badugi significa “cane di tanti colori” che è l’obiettivo massimo di chi gioca questa disciplina ovvero avere quattro carte di quattro semi e di quattro valori diversi in mano.
Nel Badugi, Dario Alioto è salito moltissimo per poi perdere molte fiches qualche orbita dopo sempre nella stessa disciplina.
Il livello del field di questo torneo è molto alto e capita spesso di trovare campioni di grande livello stretti in un six handed di alta sensibilità tecnica: se a un certo punto al tavolo centrale si è formato un terzetto tutto italiano con Rizzo, Pescatori e De Michele, al capitano del Team Sisal non è andata affatto meglio visto che a certo punto gli si è seduto accanto il super pro americano Brian Hastings: uno dei migliori giocatori di cash six handed del mondo, sia Holdem che Omaha.
Hastings non ha impensierito Dario che in quella fase del gioco ha continuato a macinare fiches imperterrito.
“Pensa che ho avuto fortuna in una mano di Hi-Low molto particolare dove riesco a perdere i minimi. Mi appoggio a un raise con A882 e flatta anche il big blind.
Flop 845 rainbow, io ho top set e nuts low, un flop praticamente blindato per me. Io punto, chiama anche il big blind e l’original raiser folda – il flop evidentemente non gli era piaciuto per mettere in mezzo le sue ultime 800 fiches -.
Il turn è un 2 che apre una possibilità di cuore, doppio check, per quella che è la mia carta peggiore in assoluto. Il river è un J, lui checka, io checko dietro e qui perdo davvero il minimo possibile perché lui mi mostra A347”
Dario chiude la giornata perfettamente in average, con 169 giocatori rimasti e 48 a premio.
La moda dell’Omaha Hi-Lo
Sembra vada di moda l’Omaha Hi-Lo: Andrea Carini in attesa di giocare il 1.500 di domani si cimenta nella variante che ha visto il collega di team sfiorare l’impresa proprio l’altro giorno.
“Guarda, sta andando molto bene perché il livello di comprensione di questo gioco qui è nullo e quindi si può fare davvero un grosso risultato per sessione. Adesso mi dedico a questa variante nei giorni in cui non ho tornei”.
L’appuntamento è per domani con il Team Sisal impegnati su fronti differenti: il Ten Game per Dario Alioto, il 1500 per Andrea Carini.
Nel frattempo è atterrato a Las Vegas, il Sisal Friend Nicola Pegoretti, che forse sarà anche della partita nel 1500.