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Strategia

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il 10 Ott 2009

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Il Poker per principianti – Articolo 3 – Variabili in una mano di Poker

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Una domanda che dobbiamo sempre rivolgerci quando riceviamo le nostre pocket cards è: a che punto del torneo siamo? Come una gara podistica viene preparata dai migliori runner scegliendo un ritmo regolare e facilmente gestibile nei primi chilometri per poter accelerare e mollare gli avversari in prossimità del nastro d’arrivo , così è il poker.

Quando siamo nelle prime fasi della competizione, con i blind ancora bassi e le posizioni In The Money (ITM) ancora un bellissimo sogno (!), allora il nostro gioco dovrà procedere senza grossi scossoni ed in maniera lineare: cercheremo di salvaguardare le nostre energie (ops intendevo fiches!) per la fine della competizione quando i giochi si faranno duri ed essere chip leader o high stack sarà fondamentale per raggiungere la vittoria finale.

Non dovremo quindi andare alla ricerca nelle fasi iniziali di grandi piatti ma piuttosto dovremo prediligere il concetto di evitare grandi perdite. Allo stesso modo e per lo stesso motivo non andremo alla ricerca di steal rischiosi perché, essendo i blind ancora bassi, “il gioco non varrebbe la candela”. Quindi ricordiamoci:

nei primi livelli di un torneo o di un sit giochiamo pochissime mani, solo le migliori e possibilmente quelle per le quali abbiamo posizione. Difendiamo il nostro stack anche a scapito di dover rinunciare alla possibile vincita di un piatto.

Non appena invece i blind inizieranno ad aumentare avvicinandoci alla fatidica bolla (ultime posizioni precedenti a quelle in the money) il gioco diventerà molto più difficile e nervoso.
Alcuni giocatori poco skillati si chiuderanno a riccio rinunciando a giocare con la speranza che la rapida eliminazione di un oppo li faccia entrare ITM anche se con poche fiches e quindi con scarse possibilità di vittoria finale. Altri, invece, generalmente i migliori e più esperti, approfittando della particolare fase di gioco, attaccheranno con un gioco molto aggressivo cercando di vincere molte mani uncontested per poter arrivare alle posizioni ITM con molte fiches e quindi buone possibilità di vittoria finale.

Questo modo di giocare in maniera molto aggressiva, quasi (o del tutto) a prescindere dalla bontà delle pocket card, ci porterà talvolta ad essere il bubble-man ( la persona che esce dal torneo prima delle posizioni a premi) ma, più spesso, ci consentirà di entrare ITM da chip leader o da High stack con buone possibilità di realizzare primi posti.

Le strutture di pagamento dei sit e dei tornei tendono a premiare in maniera netta il primo classificato: per tale motivo è più redditizio cercare di entrare qualche volta in meno ITM ma, una volta a premi, cercando di avere la più alta percentuale possibile di primi piazzamenti.

Amici, ricordiamoci però che giocare la fase di bolla come scritto sopra e cioè aggressivamente in maniera indipendente o quasi dalla reale forza della nostra mano è molto difficile e, per essere padroneggiato, necessita abilità, conoscenza approfondita del gioco e tanta tanta esperienza: se non vogliamo rischiare di azzerare i nostri ITM, non mettiamolo in pratica fino a che non saremo padroni del gioco.
Per il momento, quando siamo in bolla, proviamo semplicemente a rubare qualche buio da posizione giocando in maniera aggressiva e difendiamo agguerritamente i punti buoni in mano perché potrebbero rendere parecchio.

Come già sappiamo un torneo o un sit si definisce turbo quando i blind incrementano rapidamente (generalmente, nelle principali poker room, i livelli durano dai 3 ai 6 minuti per i turbo contro i 10/15 minuti per i tornei normali).

Quando partecipiamo ad un torneo turbo, dovremo quindi essere disposti a giocare un numero superiore di mani per evitare di essere “divorati” dai blind. Dovremo quindi aprire il nostro gioco prediligendo anche carte con un buon appoggio come ad esempio i connectors medio bassi (carte consecutive come 89) ancor meglio se suited (stesso seme).
Al contrario i tornei normal, avendo livelli di durata maggiore, permettono di poter giocare con maggiore calma e quindi le mani con cui cercheremo azione potranno essere maggiormente selezionate.

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Un altro parametro di estremo interesse per decidere la giocabilità della nostra mano è la consistenza del nostro stack: Se siamo i Chip Leader del nostro tavolo potremo giocare con maggiore tranquillità cercando di entrare in piatti piccoli anche con mani non eccezionali e, magari, provando a spingere per cercare di vincere più piatti possibile in maniera uncontested pre o post flop. Questo ci è permesso perché nessun concorrente potrà eliminarci: saranno infatti gli altri a doverci temere poiché il nostro stack copre interamente il loro.

Ricordiamo però di non dilapidare il nostro vantaggio di chip andando alla ricerca di progetti runner runner o giocando punti bassi…. al texas holdem è facilissimo passare in una mano… dalle stelle alle stalle.
Nel caso invece il nostro stack sia in media, allora dovremo prediligere il confronto con i giocatori con stack inferiori al nostro.
Se invece, malauguratamente, fossimo noi i più bassi in stack al tavolo, allora, scordiamoci ogni calcolo: non dovremo esitare ad entrare con tutta la vasca alle prime due carte giocabili e … sperare nella bontà della sorte!

Quando riceviamo le nostre due carte prima di giocare dobbiamo valutare ancora una altra informazione: com’è il nostro stack in comparazione al livello raggiunto dai blind.

Se il nostro stack ricopre parecchi big blind allora potremo giocare, senza fretta, attendendo le carte migliori.
Se invece il nostro stack è di soli pochi blind allora dovremo giocare in modalità push-fold, forzando any two cards (a prescindere dalla bontà delle carte), prima di perdere completamente l’unica leva che ci rimane e cioè quella della fold equity (concetto che approfondiremo in un prossimo articolo: sommariamente la possibilità di avere abbastanza fiches in mano da poter fare una puntata sufficientemente consistente da farci vincere il piatto in maniera uncontested).

L’ultimo parametro che approfondiamo e che risulta anch’esso molto importante per decidere l’effettiva bontà della nostra mano è osservare come hanno giocato i concorrenti prima di noi.
Se agiamo dopo alcuni fold la nostra mano assumerà un valore superiore a quello che realmente ha e quindi potremo giocare maggiormente loose.
Se invece prima di noi troviamo uno o più limper allora dovremo porre attenzione al reale valore delle nostre carte perché facilmente potremo incontrare buone mani.
Se invece agiamo dopo un raise, o peggio dopo un limp ed un successivo raise, o peggio ancora dopo un raise ed un reraise, allora stiamo certi che tra i giocatori in gioco qualcuno avrà una monster hand o una mano assolutamente ottima: in questi casi dovremo essere pronti a foldare anche carte legittime o, comunque, a giocarle ma con la massima cautela possibile.

Bene amici, abbiamo finalmente analizzato tutti i principali parametri di una mano di Texas Holdem. Non credevate che, ancor prima di iniziare ad entrare nel vivo del gioco, fosse necessario considerare una tale mole di informazioni, è vero?
Ad ogni modo non spaventatevi: con l’esperienza e l’attenzione riuscirete ad analizzare tutti questi concetti nel breve lasso concesso per giocare una mano.
Ahhh, mi raccomando ancora una cosa: mentre siete presi da tutti questi ragionamenti… non scordatevi di guardare le vostre due carte!

Giocate sempre con rispetto e educazione. Alla prossima.

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Il vostro Mister Pulce.

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