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InsuredPlay, il servizio che rimborsa le bad beat del poker online
Bad beat, bad beat e ancora bad beat. È questo il ritornello di qualsiasi giocatore di poker, una categoria che vista dall’esterno può sembrare costituita da inguaribili piagnoni. Eppure chi è nel settore sa bene quanto la varianza possa essere inclemente e quanto ci si rimanga male quando il monster pot della serata si volatilizza dopo che eravamo riusciti a farle mettere tutte all’avversario partendo avanti e finendo clamorosamente dietro. Bad beat, il segreto del poker sta tutto nell’evitarle.
Compito impossibile mi direte, e non posso che essere d’accordo. Ma se vi dicessi che stanno nascendo modi per contenerle? Proprio così, lo spauracchio di tutti i pokeristi potrebbe essere in parte, finalmente, debellato grazie a un servizio assicurativo sui colpi bassi della sorte.
Non sto parlando di futuro o fantapoker, il servizio esiste già e si chiama InsuredPlay. Per il momento non è disponibile per i giocatori italiani, ma non è da escludersi che presto sbarchi anche sulla penisola. Il concetto di InsuredPlay è molto semplice: il loro software monitora i tavoli su cui state giocando e quando rileva una bad beat vi restituirà parte del denaro perso ingiustamente, trattenendo per sé una piccola parte del pot. Naturalmente il piatto verrà tassato anche nel caso in cui vinciate la mano.
I vantaggi di un servizio simile sono molteplici. La pressione psicologica data dai periodi di bad run sarà molto minore e il rischio tilt diminuirà con lei. L’incidenza della varianza sarà più blanda e dunque anche i level up potranno essere più frequenti.
Tra i più convinti estimatori del servizio troviamo Greg890, SuperNova Elite di PokerStars e tra i primi a utilizzare InsuredPlay: «Date le oscillazioni del Pot Limit Omaha, la decisione è basata sul fatto che una volta pagata una certa fee su ogni mano, posso giocare tranquillamente. La soluzione, considerando la diminuzione di stress, la più semplice gestione del bankroll, e una prospettiva sempre lucida quando prendo le decisioni, è decisamente EV+.»
E chissà che un giorno non tocchi anche a noi italiani.