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Bad Beat: che cosa significa?
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È il peggior nemico del giocatore di poker, causa di tilt e ulteriori sconfitte al tavolo verde. La bad beat, “brutto colpo” traducendo dall’inglese, mani in cui partivamo largamente favoriti ma che perdiamo inciampando su quel due percento di possibilità di vittoria su cui può contare il nostro avversario.
La bad beat è questo. Un colpo in cui sembra quasi che le percentuali si sovvertano, in cui sembra che gli equilibri crollino. Ne è un esempio chiaro la mano persa da Gianluca Marcucci alle World Series of Poker 2012: full contro coppia al flop, superato da un poker runner runner.
Vediamo quindi che per parlare di bad beat servono percentuali nettamente sbilanciate in favore di un contendente. Avere il 60% di possibilità di vincere, il 70% o anche l’80% finendo poi per perdere il piatto rientra ancora nelle normali oscillazioni della varianza compensabili sul lungo periodo.
Tecnicamente invece la bad beat è difficilmente recuperabile, anche nel long term, perché la ripetibilità di tali eventi è molto bassa. Ne risulta che spesso si parla di bad beat a sproposito, giocatori inclusi.
Questi brutti colpi hanno ovvie ripercussioni sul mindset, quindi qualora ce ne capiti una, è sempre consigliabile rilassarsi e staccare un momento dalla propria attività ai tavoli.