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il 5 Ago 2012

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Luca Moschitta, sei milioni di FPP e non sentirli: «Ora voglio un EPT!»

Luca Moschitta, sei milioni di FPP e non sentirli: «Ora voglio un EPT!»

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Ben sei milioni di FPP accumulati sul suo conto PokerStars.it. La notizia è apparsa su Facebook e il protagonista dell’impresa è Luca Moschitta, Team Pro della poker room e grinder infaticabile che ad imprese del genere ci ha ormai abituati. Luca è stato infatti il più giovane Supernova Elite della storia a soli diciannove anni di età e l’unico ad aver comprato dallo store di PS non una ma ben due Porsche. Le domande che mi ronzavano per la testa erano tante per cui ho provato a contattarlo per un rapido scambio di battute domenicale. Quello che segue è il risultato.

Cosa ci si può fare con così tanti punti? «Sei milioni di FPP sono una grossa cifra che sicuramente non voglio spendere comprando bonus in denaro, non avrebbe avuto altrimenti senso economico accumulare così tanti punti. Attualmente sul Vip Store di PokerStars.it l’unico deal conveniente è appunto la Porsche. Attualmente però non ho bisogno di una nuova automobile perché sono ancora innamorato del mio Cayman nero. Quindi la prospettiva è questa: o continuare ad accumulare e comprare una nuova Porsche (più costosa) nei prossimi due anni, oppure aspettare che PokerStars conceda qualche nuovo deal particolare, magari un nuovo ambizioso premio ancora più prezioso della Porsche. Ma per questo non decido io!»

Sei un grinder instancabile e hai saputo adattarti al meglio a tutti i cambiamenti che hanno investito il poker online in questi ultimi anni. Oggi, guardi al poker online e vedi…? «Vedo il poker online un po’ come le borse. Vincere sta diventando sempre più difficile, i giocatori che una volta erano perdenti oggi sono diventati meno perdenti e meno scarsi. Dal 2011 a oggi non c’è stato quel ricambio di giocatori nuovi e vecchi che c’è stato sin dagli albori del poker online e le poker room non spendono più in marketing come prima. Il poker ultimamente è decisamente in crisi anche per fattori esterni: regimi fiscali, mercati chiusi crisi economica e ovvi problemi di liquidità. Penso che sia normale dopo dodici anni circa di espansione economica senza sosta; prima o poi il meccanismo doveva entrare in una sorta di depressione. Secondo me è solo questione ciclica. Una volta che 500 milioni di dollari rientreranno nel mercato grazie alla riapertura di Full Tilt, la crisi economica si sarà allentata e nuove forme di mercato — punto eu su tutte — saranno adottate, si assisterà a una nuova espansione. Senza dimenticare il mercato americano: il giorno in cui sarà regolamentato secondo me si assisterà a un vero e proprio boom con una crescita del movimento senza precedenti.»

Luca Moschitta all’Italian Poker Tour

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Abbiamo parlato del presente. Torniamo invece alle origini: qual è stata la svolta che ti ha condotto verso ciò che sei oggi? «Probabilmente la svolta della mia carriera, che spero non sia l’ultima, è stata diventare a diciannove anni il Supernova Elite più giovane al mondo e quindi comprarmi la prima Porsche con gli FPP. Ho raggiunto altri risultati dopo, tra i quali la conferma dello status Supernova Elite per altri tre anni, un’altra Porsche e 200 mila euro vinti live. Ma i risultati che ho raggiunto a diciannove anni, anche se di entità economica minore, sono quelli che mi hanno permesso di diventare il giocatore che sono oggi. Come detto prima spero non sia l’ultima, vorrei avere almeno altre due o tre “svolte” nella mia carriera.» Un esempio? «Riuscire a vincere un milione di dollari online in un anno e vincere un EPT o un braccialetto WSOP.»

Luca, prova per un momento a pensare la tua vita senza poker. Chi credi potresti essere? «Se non avessi giocato a poker starei probabilmente lavorando in banca. A diciott’anni rifiutai una proposta di lavoro in banca perché non poteva togliere tempo al poker in quanto i profitti mensili diventavano sempre più importanti. Sono una persona molto intraprendente comunque e se avessi speso più tempo nei mercati finanziari probabilmente avrei avuto successo anche lì. Poi non so, sono ancora giovane. Il mese scorso un dirigente abbastanza importante mi ha detto: “Devi laurearti, hai la stoffa del manager”. Pur senza montarmi la testa, so di avere le capacità per intraprendere nuove strade nel futuro. Ma per adesso ho ventitré anni e amo il mio lavoro!»

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