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il 13 Ago 2012

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Difendere il big blind da short stack in un MTT

Difendere il big blind da short stack in un MTT

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“Difendere il buio” è un concetto molto diffuso tra i giocatori di poker, e tra gli italiani in particolare. Ma è davvero sempre profittevole, e conviene chiamare o pushare preflop? Direttamente dal forum americano 2+2, ecco un’analisi molto approfondita da parte dell’utente “stevepa”.

In tutte le situazioni assumiamo che il bottone apra con un min-raise a 2 bb con il 40% del suo range (22+, A2s+, K2s+, Q6s+, J7s+, T7s+, 97s+, 86s+, 76s, 65s, A2o+, K9o+, Q9o+, J9o+, T9o, 98o). Il piatto preflop è di 2,5 bb, quindi abbiamo odds di 4,5:1 per chiamare. Analizziamo la nostra situazione, e quanto sia profittevole chiamare o pushare per ogni stack size.

Stack – 2bb

Lo spot è banale perché chiamare equivale ovviamente a pushare. Le odds di 4,5:1 sono sufficienti per mettere con qualsiasi coppia di carte, quindi mettiamo questi 2bb in mezzo al piatto incrociando le dita!

Stack – 3bb

Se pushamo, mettiamo altri 2 bb per vincerne 5,5 (odds di 5,5:2) e quindi abbiamo bisogno del 26,7 % di equity. 32 offsuit contro il range del bottone è al 29,87% ed è la peggior mano possibile, quindi possiamo profittevolmente pushare con qualsiasi combinazione di carte.

Consideriamo invece l’ipotesi di chiamare: possiamo supporre che al flop il nostro avversario metta nel piatto l’ultimo big blind dopo un nostro check, indipententemente dal fatto che abbia hittato o no il board. In questo caso, al flop avremo odds di 6,5:1 per mettere l’ultimo bb, quindi avremo bisogno del 13% di equity al flop. La parte importante del discorso è: se esistono flop in cui possiamo foldare facendo una mossa corretta, allora è meglio chiamare preflop piuttosto che pushare. Facendo i conti, avremo meno del 13% di equity sul 30% dei flop. Nel caso abbiamo 32 offsuit, se chiamiamo preflop e foldiamo il 30% dei flop, la nostra equity nei rimanenti casi è il 38%.

Ecco i conti:

EV(call)= 0,3*(-1) + 0,7*(0,38*7,5-2)
EV(call)=0,295bb
EV(push)=0,2987*7,5-2
EV(push)=.0,240bb

Quindi facendo call vinciamo in media 0,055 bb in più, rispetto a pushare pre. Ora, sono sicuro che le reazioni della gente saranno due: 1. e sti c***i? 2. OK, quindi il 30% delle volte mi ritroverò con un solo bb invece di prendermi una opzione di pochissimo -EV per avere 7,5 bb alla fine della mano. Beh, per la numero 1 non ho una risposta, ma per la numero 2 posso dire che con 1bb avrete poi uno spot sicuramente profittevole sullo small blind alla mano successiva, e se vincete quella mano, avrete un’intera orbita con 3-4 bb da moltiplicare.

Stack – 4bb

In questo caso abbiamo odds di 6,5:3 per pushare e quindi abbiamo bisogno del 31,6% di equity. In questo caso dovremo iniziare a foldare un po’ di mani: la peggior mano con cui pushare, chiedendo a PokerStove, è 63 offsuit.

Pensare che se chiamiamo, oppo metta i 2 bb rimanenti automaticamente, è un’assunzione ancora valida, quindi contempliamo anche il call. Postflop avremo odds di 7,5:2 per mettere i 2 bb rimanenti, quindi avremo bisogno del 21% di equity. In questo caso potremo profittevolmente foldare il 45% dei flop, e la nostra equity sui flop che non foldiamo sarà mediamente del 45%.

Facendo i conti di prima risulta EV(call) = 0,25 bb; EV(push) = 0,21 bb.

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Ora, questo comincia ad essere un guadagno considerevole. Ad esempio, pushare 63 offsuit in questo spot è chiaramente -EV rispetto a chiamare e foldare sui brutti flop: in questo modo trasformiamo alcune mani che sarebbero -EV da pushare preflop in mani profittevoli da chiamare.

Stack – 5bb

Per questo caso prendo ad esempio una mano decente che possiamo tranquillamente pushare, ma che floppa anche bene, per fare i conti con cura: scegliere come esempio mani come AA o 32 offsuit in questo caso è inutile perché “si giocano da sole”. Abbiamo odds preflop per pushare di 7,5:4 e abbiamo bisogno quindi del 34,8 % di equity. Useremo 98 suited come mano di esempio, che ha il 40,75% di equity e quindi ha EV(push) = 0,69 bb, ovviamente è +EV pusharla rispetto a foldare.

Se invece decidiamo di chiamare preflop, avremo odds di 8,5:3 per mettere i 3 bb rimanenti quindi avremo bisogno del 26% di equity sul flop. Possiamo quindi foldare il 40% dei flop, e la nostra equity quando non foldiamo è del 55%. Facendo i conti, in totale EV(call) = 0,995 bb!

Questo è un grosso risultato, e prendendo come esempio mani peggiori potremo foldare più flop e ci sarà una differenza ancora maggiore.

Con stack più corposi, l’assunzione che quando chiamiamo preflop il nostro avversario poi metta il resto su ogni flop diventa sempre più debole, quindi mi fermo qui con l’analisi perché gli stack più grossi vanno considerati solo attraverso l’Independent Chip Model. Ecco un riassunto delle mie considerazioni:

1. Se il nostro avversario non folda mai preflop, e pusha sempre al flop, allora chiamare per poi valutare flop è sempre meglio di pushare, con tutte le mani con cui possiamo foldare profittevolmente al flop. Se non ci sono possibilità di foldare al flop (ad esempio perché abbiamo AA) allora le due opzioni sono equivalenti.

2. Alcuni dei guadagni, anche con stack davvero piccolissimi, sono comunque rilevanti.

3. Più è ampio il range di apertura del nostro avversario, meno flop potremo foldare, e quindi l’opzione del call preflop diventa sempre meno profittevole.

4. Dato che siamo sempre insicuri sul suo range di apertura, dovremmo sempre essere più propensi a metterle tutte al flop, per assicurarci di non fare errori che rendono il call meno profittevole del push.

5. Quando il nostro stack diventa più corposo, probabilmente decideremo di pushare sempre le nostre mani di valore, per assicurarci che l’avversario non foldi al flop.

6. Non so cosa succede quando il nostro avversario si accorge della nostra tattica e si mette a checkare dietro al flop quando noi checkiamo. Facendo due conti veloci, credo che checkare dietro per lui sia positivo in molti casi e quindi produca un EV positivo in media.

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