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il 21 Ago 2012

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Il deal diventa pubblico nei tornei live di PokerStars

Il deal diventa pubblico nei tornei live di PokerStars

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To deal or not to deal? Fino a qualche tempo fa l’accordo tra giocatori per “sistemare il payout” e renderlo più equo nei confronti della situazione reale del torneo era malvisto nell’ambiente. Eppure lo praticavano, e lo praticano, tutti. Si va ad alcune soluzioni grossolane dettate dal timore di giocarsi il denaro, ad altre che invece si preoccupano più semplicemente di mettere buon senso dove sembra non essercene.

Condizione imprescindibile di ogni deal è stata sinora la segretezza. I giocatori si appartavano in uno stanzino, in un bagno o dietro alle quinte dei set televisivi e decidevano come e a chi dovessero andare i soldi lasciando sempre una fetta del montepremi da destinare al vincitore “sul campo”.

Al Super High Roller dell’European Poker Tour di Barcellona le cose non sono andate così. JC Alvarado e Dan Smith, giunti in heads up, hanno pensato che la struttura del payout, molto verticale come tradizione di PokerStars, avesse bisogno di un ritocco e prima di iniziare il testa a testa finale hanno effettivamente discusso un deal.

Nulla di strano, se non che la contrattazione è avvenuta al tavolo e sotto gli occhi di tutti. Una nuova regola del circuito, che di fatto palesa una dinamica strategica da anni tenuta nascosta senza nessun motivo o regola che implicasse tale segretezza.

Le ragioni di questo cambiamento sono spiegate dal responsabile di PokerStars Lee Jones sul blog della poker room online. «Per molto tempo i siti di poker (compreso quello di PokerStars) hanno ritenuto che i deal non dovessero essere pubblici. Molte persone non capivano che stesse succedendo e temevamo che la confusione generata potesse arrivare persino a scoraggiare gli spettatori pensando a una sorta di combutta».

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«I deal — continua Lee Jones — si facevano in angoli appartati e a volte capitava di sentire gli announcer fare timidamento riferimento a una pausa più lunga del previsto o a qualsiasi altro eufemismo legittimasse il tempo in cui, a torneo fermo, i giocatori discutevano l’accordo. Abbiamo preso la decisione (corretta, a mio parere) di privilegiare la trasparenza su tutto.»

«Se ora qualcuno tra il pubblico chiede perché i player stiano parlando di denaro anziché giocare a poker risulta semplice spiegare che sta succedendo. Di più, si può essere parte attiva o, semplicemente, entrare in contatto con un’ulteriore aspetto strategico del poker».

Il deal è così definitivamente sdoganato dal mondo del poker. Una scelta a mio avviso corretta che fa i conti con la realtà dei fatti. Ora non resta che sviluppare l’argomento, perché fare un buon deal è difficile almeno quanto essere ancora in gioco quando si inizia a parlarne. Esperti del deal, ora tocca a voi.

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