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Crollo delle azioni Caesars: WSOP in vendita?
Non sono etichettabili come giorni sereni, questi, per gli azionisti della gigantesca Caesars Entertainment Corp.
Riconosciuta come una delle più grandi catene di hotel casinò, a Las Vegas e nel mondo, rischia di dichiarare addirittura bancarotta.
I dati sono allarmanti per i principali finanziatori del colosso del Nevada: i debiti accumulati arrivano alla cifra di 241.7 milioni di dollari nel secondo trimestre; -10.7 punti percentuali la scorsa settimana, ancora -7% martedì e chiudono la giornata di oggi con un’ ulteriore perdita del 2%, toccando quota $6.55 ad azione.
L’ultimo resoconto ha portato alla luce un accumulo di 19.9 miliardi di debiti. La Fitch Ratings ha dovuto infatti rivedere il proprio rating di outlook (un indice che monitora le tendenze attese nel prossimo futuro) sulla Caesars da “stabile” a “negativo“, stimando delle perdite che si aggirano tra i 450 e i 600 milioni di dollari nel giro dei prossimi due anni, per merito della “Caesars Entertainment Operating Co.” (filiale della Caesars).
Tuttavia, gli analisti sostengono che essa abbia un’adeguata liquidità per far fronte ai propri obblighi nel giro di poco tempo, e che gli sponsor posseduti abbiano abbastanza denaro da coprire le perdite e le spese di manutenzione. Solo nel caso in cui l’azienda dovesse continuare ad espandersi in progetti come “Linq Entertainment district” rischierebbe di non avere denaro abbastanza per ripagare i debiti.
La Caesars detiene il brand WSOP, Playtika e le operazioni “Caesars’ online gaming” nel Regno Unito.
“Riteniamo – dichiara la Fitch Ratings in una relazione – che la maggior parte del valore della Caesar sia attribuibile a questa unità, che trarrebbe dei benefici se il gioco online venisse legalizzato a livello federale negli Stati Uniti.
Oltre l’ ingresso in Chapter 11 (bancarotta), la Caesar può scegliere di eseguire lo scambio di debito in quanto la società ora è pubblica”.
Dunque, una delle possibili soluzioni per risanare questo debito, ed evitare la bancarotta, sarebbe quella di scorporare delle attività (come quella delle WSOP).
La domanda che più ci lascia dubbiosi è: “per quanto tempo i più grandi investitori della Caesars continueranno a finanziare quantità ingenti di denaro per un’operazione in perdita?”