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Gli assi di Pokerclub – Domenico Tresa: “I Live stanno perdendo appeal. Non è facile invertire la rotta.”
SAINT VINCENT – Il poker tricolore non sta attraversando il periodo migliore dal suo approdo in Italia. Qualche nube inizia a far capolino con tanti punti interrogativi ancora da sciogliere.
Per quanto concerne il settore del live, i recenti fatti di cronaca, su tutti il “pastrocchio” del torneo annullato a Cipro e del Partouche a Cannes, hanno riportato alla luce alcune problematiche.
Nella sala “Evolution” del Casinò di Saint Vincent dove è in pieno svolgimento il day2 degli “Assi di pokerclub”, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Domenico Tresa, presidente di IR Eventi e storico organizzatore, per cercare di capire come se la passa il THE nei tornei dal vivo.
Agli albori del texas hold’em in Italia, sei stato tra i primissimi ad organizzare eventi di un certo calibro in territorio italiano. Un po’ di tempo è passato. Ad oggi in che stato di salute versano gli eventi live?
“Se devo fare un’analisi sommaria, rispetto agli inizi, c’è un innegabile proliferare di eventi che chiaramente tendono a spalmare il numero di iscritti.
A mio avviso riescono ad avere ancora numeri interessanti quei tornei che hanno di fatto una base di preiscritti, di qualificati, oppure quelli con un montepremi atteso importante. Ciò non toglie che comunque gli stessi eventi di cui parlo stanno registrando una flessione mentre per gli altri la situazione è ancora più critica e potrebbero essere destinati a scomparire in breve tempo.”
Qual’è, se esiste, la ricetta per risollevare questo trend negativo?
“Non è facile trovare delle soluzioni originali per far si che i tornei ritrovino l’appeal di un tempo. Inizialmente c’è stata da parte di quasi tutti gli organizzatori una “corsa” alle strutture per riuscire ad offrire alla propria utenza una giocabilità sempre migliore che sembrava essere la soluzione a tutti i problemi.
Oggi in realtà – e “gli Assi di Pokerclub” ne sono un esempio con lo stack di partenza a 30.000 chip – anche gli MTT da buyin medio hanno raggiunto strutture più che giocabili e in alcuni casi si è anche superata la soglia.
Mettere in piedi un torneo troppo “deep stack” rischia di degenerare in meccanismi che viziano quella che è la natura del gioco. Da questo punto di vista non c’è più molto margine di manovra e quindi diventa arduo trovare nuovi elementi di originalità.”
Per il lavoro che faccio, mi pare che i tornei che soffrono meno sono quelli di medio buyin. Secondo te, la direzione da prendere è quella? Gli eventi che superano i mille euro d’iscrizione sono destinati a ridimensionare le proprie aspettative?
“Il concetto è che non possono avere grosse possibilità quei tornei di fascia medio – alta non in grado di offrire una base garantita, o dai fatti, o da un garantito dichiarato. Il giocatore che può ancora permettersi la partecipazione a questi eventi, rispetto a prima tende a selezionarli con maggiore attenzione.”
Dando un’occhiata ai dati di raccolta online uscita ad Agosto appare chiaro un dato: segno più per il cash game, battuta d’arresto invece per gli MTT.
Se questo dato venisse confermato anche nei prossimi mesi, credi ci saranno ripercussioni anche nei live?
“Non credo inciderà molto nei tornei dal vivo anche perché sono convinto che presto online saranno in tanti a riavvicinarsi agli MTT. Il cash game è dispendioso e, in alcuni casi, pericoloso. Molti di quelli che stanno provando a cimentarsi con il cash arriveranno a un punto chiamiamolo di “riflessione”.
Cercare di non accavallare troppi live, con la conseguente dispersione di giocatori, è un problema venuto fuori già da qualche tempo. Guardando il calendario di queste settimane sembra che lo scenario sia rimasto tale e quale, forse addirittura peggiorato.
Bisogna farsene una ragione o si è ancora in tempo per trovare una soluzione?
“Hai ragione, non è cambiato assolutamente nulla e personalmente non mi aspettavo cambiasse qualcosa. Più di una volta abbiamo lanciamo messaggi di apertura per trovare una soluzione.
In certi casi effettivamente esistono delle problematiche di natura logistica con le date imposte dai casinò, altre volte invece ci sono delle coincidenze che ti fanno pensare male. Sia chiaro, non mi permetto di accusare nessuno però in certe situazioni sembra esserci della premeditazione.
Se dovessi azzardare una percentuale ti direi che un 70% delle volte la sovrapposizione è fisiologica, per il restante 30% è pianificata a tavolino con lo scopo di mettere il bastone fra le ruote.”
Si conclude qui la prima parte del confronto con Tresa. Nel secondo stralcio dell’intervista, che verrà pubblicato sempre sulle pagine di Italiapokerclub.com, tra gli altri verrà trattato un tema che tiene banco da diversi mesi: la legalizzazione dei circoli live con la concessione delle tanto sospirate licenze.
Dalle parole del patron di IR Eventi sembrerebbe che alcune novità interessanti siano alle porte.
Per scoprirle nel dettaglio vi rimando al prossimo approfondimento.