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Grado: Il consiglio pastorale contro il casinò
A Grado, cittadina turistica in provincia di Gorizia, il Consiglio Pastorale si è schierato contro la proposta della ministra del turismo Brambilla di aprire un casinò negli hotel a cinque stelle.
La motivazione indotta dall’organo del clero locale riguarda la “storia morale” del luogo: «nel millenario patriarcato [la comunità] assommò i valori morali e sociali di cui è latrice fino all’odierna attualità».
È necessario quindi tenere presenti «questi fondamentali valori gradesi per non appiattirsi su coloro che nell’amministrazione pubblica, privilegiando altri valori per lo più individuali, mercantili e di profitto, propugnano l’apertura anche a Grado di una casa da gioco».
La dichiarazione non potrebbe essere più chiara e netta: Grado aveva già ospitato una casa da gioco, ed anche se nessuno albergo a cinque stelle è al momento presente sul luogo la possibilità di una tale costruzione non è del tutto remota. Il casinò viene però fortemente osteggiato dal consiglio pastorale, anche dal punto di vista turistico, in quanto il conseguente afflusso di giocatori verrebbe a minare, dicono, l’atmosfera di “ospitalità serena e pulita sempre offerta dall’isola lagunare“.
La curia si è poi scagliata, sempre nello stesso discorso e come più spesso che no, in difesa della “famiglia“: “La comunità religiosa gradese – afferma il consiglio pastorale – non può mettersi a promuovere nelle sue rappresentanze il gioco d’azzardo divenendo complice dei disastri familiari e sociali provocati dal demone del gioco, dando spazio a un tremendo vizio che è ormai rappresentato come una delle malattie più gravi delle persone che ne sono colpite“.
Pareri oppossti sono invece arrivati dagli operatori del turismo e dalla sindaco Silviano Olivotto, che però pone la condizione che si tratti di una struttura di livello alto e con adeguata sicurezza.