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Cosa è un range polarizzato?
Quante volte ci è capitato di sentire questo termine, in ambito pokeristico? “Polarizzato”… Ma cosa si intende?
Il concetto di base, parte proprio dalla natura della parola stessa. Ci basti pensare ai due poli presenti sulla terra (nord e sud) o ai poli di una batteria, ad esempio; i due estremi, gli opposti, due cose completamente distanti l’una dall’altra.
In ambito pokeristico, è un termine utilizzato per identificare un range di mani (ossia un’insieme di combinazioni di carte che potrebbe avere il nostro avversario) che è perfettamente bilanciato tra air (bluff) e top range (nuts).
Ipotizziamo di trovarci con un avversario aggressivo che ci spara una 3rd barrel su un river blank (carta che non cambia gli equilibri della mano), in un piatto dove è lui l’OR (original raiser).
Sul board al flop erano presenti vari draw, che giustificano le continuation bet tra flop e turn del nostro avversario. Sul river che, come abbiamo detto, è un blank ci troviamo di fronte alla terza bet da dover chiamare con il nostro punto medio (che funge da bluffcatcher). In questo caso, possiamo definire come “polarizzato” il range del nostro avversario.
Come mai?
Difficilmente, un avversario “pensante” (non il classico giocatore occasionale) penserà di riuscire ad estrarre 3 strade di valore con delle mani marginali, come ad esempio bottom pair. Dalla sua ottica, una puntata al river, sarebbe NETTAMENTE -EV in quanto, quest’ultima, verrebbe chiamata solo da mani migliori.
Possiamo dunque dire che, in quel determinato spot, su quel determinato board (ricco di progetti mancati), l’avversario può avere TOP RANGE (set, 2pairs, OP etc etc) oppure AIR (busted draw, bluff random). Facendo le dovute considerazioni, possiamo stabilire se chiamare in bluffcatching o meno.
E per quanto riguarda le 3-bet? Si utilizza anche in quell’ambito, il termine polarizzato?
Si, per le 3bet si può fare un discorso similare. Per avere un buon range di 3bet bilanciato, dobbiamo riuscire a polarizzare contro alcuni avversari, e depolarizzare contro altri.
Ad esempio, se avessimo in mano delle broadways scarse (come KTo), da foldarle preflop contro l’apertura di un giocatore TAG (Tight Aggressive) da UTG, potremo pensare di introdurle come range di 3bet bluff contro quell’opponent.
Se, viceversa, ci trovassimo con delle buone broadways (come KQs, AJs etc), contro quello stesso avversario che folda molte 3-bet, potremo fare solamente call e giocare postflop avendo il vantaggio della posizione.
In conclusione, dovremo giocare con la seguente scala gerarchica: 3-bet per valore > call > 3bet in bluff > fold.
Stiamo molto attenti a non “sprecare” delle mani buone (come KQs, ad esempio) per delle 3-bet in bluff contro avversari che hanno un valore alto di fold to 3bet. In questo caso sappiamo che, molto spesso, riceveremo risposta con un fold o una 4-bet (che ci costringerà al fold); utilizzare dei blockers (come A2s etc etc), contro avversari di questo tipo, è sicuramente la scelta migliore.
Le 3-bet con broadways forti ( come KQs etc etc), riserviamole ad avversari che foldano molto poco ai rilanci preflop in quanto sappiamo che, contro questi ultimi, molto spesso ci troveremo a dominare il loro range (come ci spiega Dario_ in questo articolo sul call alle 3bet).