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De Toffoli: “Si sta demonizzando il poker, ma si deve combattere il vero gioco d’azzardo”
La carta stampata finalmente si schiera dalla parte del poker e la piacevole sorpresa arriva da “Il Fatto Quotidiano”.
Online, infatti, è comparso un articolo a firma di Dario De Toffoli, un esperto nel settore dei giochi, sul suo blog, infatti, si legge: “Ho abbandonato la professione di chimico, iniziando a occuparmi di tutti gli aspetti, agonistici, tecnici e culturali che circondano il gioco…”
Negli ultimi giorni il poker live è entrato nell’occhio del ciclone: subemedamenti approvati, confusione tra politici e Senatori che cercano di spiegare il perché delle loro decisioni.
Ma dal polverone il poker ne è uscito comunque con le ossa rotte: spesso demonizzato e accostato agli spietati giochi d’azzardo.
De Toffoli non ci sta e già dalle prime righe il concetto è chiaro: “E’ in atto una campagna di demonizzazione e si spara sul mucchio, senza distinguere il buono dal cattivo, qualificando come azzardo anche i giochi che d’azzardo non sono. E il risultato qual è? Che le lobby del gioco d’azzardo (quello vero, come le diaboliche slot machine) festeggiano, perché l’attenzione generale viene distratta su falsi obiettivi (come le fantomatiche 1.000 nuove sale da poker) lasciando quindi più tranquilli i camorristi concessionari delle slot stesse.”
Insomma per De Toffoli è stato tutto studiato a tavolino: “Secondo me il piano dei “cattivi” è proprio questo, spostare l’attenzione dei media dal problema reale dell’azzardo (che è gravissimo) a un problema fittizio e sguazzare impuniti nel torbido. E il piano sta funzionando alla grande perché ci sono cascati praticamente tutti i media.”
E per quanto riguarda la ludopatia? Anche qui l’esperto è sintetico e chiaro: “Non esistono pokeristi affetti da ludopatie! Lo spiega bene per esempio l’on. Mario Adinolfi (Pd), in un suo intervento alla camera il 16 ottobre scorso.”
“Qualche anno fa in Italia erano attivi circa 700 circoli di poker, regolamentati a livello provinciale. – continua De Toffoli – In media era lecito giocare tornei fino a un massimo di 30 euro, la gente si passava una serata al costo di una pizza, nessuno si faceva male e nessuno è stato indotto a dipendenza. Poi sono diventati illegali, e lo sapete perché? Per indurre al ben più redditizio gioco online e soprattutto per far posto alla nuova ondata di slot machine, compiacendo quindi le lobby. Ma ridateci quei 700 circoli!”
“Nella rete ci cascano tutti – conclude il De Toffoli – Dai vari Tg che parlavano di poker e mostravano le slot a Crozza nel suo Paese delle Meraviglie, dai vari politicanti che rilasciavano dichiarazioni senza nemmeno sapere di cosa parlavano fino al sempre ottimo Luca Mercalli, che ha confuso i soldi giocati con quelli spesi nel settore del gioco in Italia (il giocato è 4 volte la spesa). Persino il nostro giornale, Il Fatto Quotidiano, che il 22 ottobre ha pubblicato la più bella inchiesta sull’azzardo mai realizzata in Italia, il 20 dicembre tuonava contro il poker. È un argomento delicato, me ne rendo conto, ma criminalizzare il poker fingendo che sia un gioco d’azzardo, non potrà che far prosperare l’azzardo vero.”
Nell’articolo c’è spazio anche per Alessandro Impronti, direttore editoriale di Poker Sportivo: “La legge che regolamenta il poker live esiste dal 2009. Da quel tempo si attendono i regolamenti attuativi da parte dei Monopoli e, successivamente, il bando per le sale da poker. Oggi si è deciso di non ritardarlo ulteriormente e i giornali tuonano allo scandalo. Delle enormi cifre evase al fisco (quindi sottratti a tutti noi) dai maggiori concessionari di slot non parla più nessuno.”