Friday, Nov. 22, 2024

Strategia

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il 22 Set 2008

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L’importanza dei Betting Patterns

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Siamo nelle fasi avanzate del Torneo da 215$+rebuy di Pokerstars, probabilmente uno dei tornei più tecnici che si possono giocare on line.
Dopo parecchie ore di gioco sono rimasti 15 giocatori e la media è di circa 100.000 chips. Al tavolo ci sono 7 giocatori, tra i quali spiccano i nomi di alcuni tra i migliori torneisti (on line) del mondo.
Chiamiamo per semplicità i 2 giocatori protagonisti della mano P e M.

Lo stack di P è di circa 170.000 (il suo è il maggiore stack al tavolo) e i bui sono 1500-3000 con ante 300.

Il tavolo è molto tight e l’unico che ha una percentuale di raise preflop abbastanza elevata (circa il 17%) è  M, che ha il secondo stack al tavolo, di circa 150.000.

P si trova sul big blind e la sua mano è .

M si trova sullo small blind.

Tutti foldano, compreso il bottone, fino a M che punta 9000.

P vede 9000.

Flop

M punta 12.000.

P vede 12.000.

Turn

M punta 28.000.
P vede 28.000.

River

M all in 105.000

B vede 105.000

La percentuale di raise preflop così elevata (17%) di M evidenzia la strategia di quest’ultimo, cioè quella di portare elevata pressione agli altri giocatori sfruttando la zona bolla del tavolo finale.

Proprio questo è il fattore che rende, a mio parere, corretto il call preflop del giocatore P, anche se QJ è una mano molto rischiosa perchè facilmente dominata dall’avversario che esprime forza preflop.

Il piatto al flop è quindi circa 20.000.

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La continuation bet di 12.000 fatta da M, di circa ½  piatto, non da alcuna indicazione e a mio avviso è corretto quindi il call, con middle pair e scala incastro, di P.

Al turn il piatto è circa 44.000.

Cerchiamo di analizzare la puntata al turn di M, giocatore molto esperto:
questa puntata, pari a 28.000 su piatto di 40.000 è sicuramente di difficile lettura. Solitamente, con questo tipo di azione (preflop e flop), da un giocatore esperto ci aspettiamo un check, che continuerebbe a non dare molte informazioni, perché ad una successiva puntata di P può generare un check/raise, un call o un semplice fold.

Con una puntata di 3/4 di piatto in questo caso M evidentemente ci vuole dimostrare molta forza, infatti potrebbe significare una mano come AK, AQ, AJ, A10, o un Asso con qualsiasi altro kicker, il che giustificherebbe il raise preflop e il bet al flop, ma non la puntata al turn; con una mano del genere infatti, nella maggior parte dei casi, avrebbe preferito fare “pot control” con un check al turn, vista l’eventualità che P potesse avere KQ (scala nuts).
Stesso discorso vale per un eventuale set e per un flush draw, avendo il quale, avrebbe quasi certamente optato  per un check o per una blocking bet di importo minore di ½ piatto, per vedere il river gratis, o comunque pagandolo una cifra piccola rispetto all’entità del piatto.

Potrebbe avere proprio KQ, che sarebbe coerente con le puntate nel preflop, e dopo il flop, ma che ancora lascia qualche dubbio con la puntata al turn.
Un giocatore di esperienza, in quel caso potrebbe fare check, con l’intento di fare un check/raise, oppure, puntare una cifra inferiore a ½ piatto per provocare un raise (anche in bluff dell’avversario). Quindi circa 20.000 o un check mi sarebbero sembrate due scelte coerenti con KQ.

Correttamente, quindi, P chiama la puntata di M perché con buona probabilità può essere già in vantaggio (avendo inoltre 4 outs per la scala nuts). Il piatto al river è di circa 100.000 che sta circa 1:1 con gli stack che restano davanti ai 2 giocatori.

L’Asso al river pare essere un’ottima carta per P: le considerazione precedenti hanno infatti reso poco probabile che nel range di mani possibili di M ci sia l’Asso.

Inoltre quest’ultima è una carta che sicuramente “spaventa” M se ha KQ (non è più nuts), costringendolo in questo caso, a fare check al river.

L’all in sul river, in questo caso, esclude KQ dal range di mani di M.

Rimane la possibilità di set di Jack, 10 o 3 diventati full al river.

E’ chiaro però che nel caso in oggetto, considerata la non perfetta coerenza tra quasi tutte le possibili starting hands vincenti, e lo schema di puntate di M, la probabilità che lo stesso M sia in total bluff si può stimare superiore al 35%, il che renderebbe corretta la chiamata di 2:1 (100.000 su 200.000) dell”all in al river.

Nel caso in oggetto M mostra .

Sicuramente  succederà di incappare in  avversari che hanno la capacità di fornirci, consapevolmente o meno, delle informazioni sbagliate che ci porteranno a giocare la mano in modo differente da quello corretto; nonostante ciò l’utilizzo e la buona conoscenza degli schemi di puntata (Betting Patterns)  dei nostri avversari risultano l’arma più potente nelle nostre mani durante le fasi decisive dei tornei ai quali prenderemo parte.

Riccardo D’Errico

Riccardo D’Errico è giocatore semi-professionista di poker

Vincitore di un NL Shootout a Sanremo nel 2007

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