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Partouche sempre più in basso: scandalo anche sulla piattaforma online
Sappiamo bene che il Partouche Poker Tour, nelle sue cinque edizioni dal 2008 ad oggi, non è mai stato esente da scandali ed episodi che, agli occhi della comunità pokeristica internazionale, sono sempre apparsi poco chiari.
Nel 2010, ad esempio, prima ci fu la controversia riportata da Mickey “mement_mori” Pedersen su 2+2, che coinvolgeva Mustapha Kanit e un avversario francese – al quale fu permesso di riprendersi le carte dal muck dopo aver foldato, e chiamare l’all-in di Mustacchione che gli aveva mostrato il bluff. Una controversia ancora più accesa arrivò al tavolo finale della stessa edizione, quando il giocatore tedesco di origini turche Ali Tekintamgac fu squalificato per essersi fatto dire le carte degli avversari da giornalisti e blogger disonesti.
Recentemente il Partouche è tornato a far parlare in modo acceso, con l’ormai famoso video del tavolo finale 2009 che sembra mostrare i due player francesi Jean Paul Pasqualini e Cedric Rossi, impegnati a giocare contro Gianni Giaroni, segnalarsi le carte che hanno in mano con gesti ben precisi e codificati.
Ma, con le polemiche sul final table 2009 ancora fresche, ora è scoppiato un altro scandalo in casa di Mr. Partouche. E stavolta non riguarda i problemi del torneo live, ma la piattaforma online!
Pur con il controllo di ARJEL, l’autorità di controllo sul gioco d’azzardo in Francia (come la nostra AAMS) sembra proprio che su PartouchePoker.fr siano stati commessi illeciti dai dipendenti stessi della poker room.
I dipendenti avrebbero potuto creare account fasulli, a nome dei propri parenti, e sostanzialmente… riempirli di soldi!
Non stiamo parlando, tra l’altro, di dipendenti che svolgevano mansioni da “ultima ruota del carro”: i sospetti sono partiti da tale Yohan Zenou, parente stretto di Katy Zenou che è nientemeno che un membro del consiglio direttivo di PartouchePoker nonché amministratrice di Partouche Gaming France.
Il signor Zenou, pur avendo depositato soltanto 175 euro sul suo account, si è ritrovato circa 36.000 € in cassa, sotto forma di ticket di tornei che ha poi proceduto a “cashare”, mettendosi in banca circa 27.000 €.
Altre controversie riguardano il fatto che il signor Patrick Partouche possieda un account sulla piattaforma, come ammesso dagli stessi responsabili. Questo va contro ad una legge francese che afferma che il “leader” di una società di gioco online non possa personalmente partecipare alle attività sulla sua piattaforma: il Groupe Partouche si difende con un cavillo, affermando che Mr. Partouche non è un vero e proprio “leader”, ma è solo uno tra i tanti soggetti che compongono il “Groupe”.
Sembra proprio, però, che ARJEL stavolta non se la berrà, e questo potrebbe essere il colpo di grazia per un Groupe Partouche già sull’orlo del precipizio. Staremo a vedere!