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il 27 Feb 2013

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Cristiano Mario Sabbatini: “The Bodies Artist” su Radio Spreaker

Cristiano Mario Sabbatini: “The Bodies Artist” su Radio Spreaker

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Radio Spreaker, una radio libera della città di Roma, ha intervistato Cristiano Mario Sabbatini, il nostro “El-Khidr” a capo della sezione Omaha di ItaliaPokerForum, riguardo alla sua ultima opera letteraria.

“The Bodies Artist (I corpi artista)” è una collaborazione culturale che si estende dalla teoria dei giochi fino all’Underground Culture nello studio del rapporto tra nuove tecnologie ed espressione artistica.

Per approfondire insieme all’autore le tematiche affrontate nella sua nuova opera – e non solo quelle – riportiamo il testo integrale dell’intervista rilasciata da Cristiano Mario Sabbatini (CMS) che ha risposto alle domande (D) di Radio Spreaker. Buona lettura!

 

D.: Come un fulmine a ciel sereno è uscita questa news della Boogaloo Publishing su questo tuo nuovo libro. Francamente, nessuno poteva immaginare che potesse riguardare un tema che non fosse legato ai tuoi precedenti libri sulla Teoria del Poker, perchè questa scelta editoriale?

CMS: Da parte mia, come ho già commentato sui social all’uscita di questa news, è proprio il tentativo di contribuire a far superare nell’immaginario collettivo, l’idea e lo stereotipo negativo del giocatore di Poker o dell’addetto ai lavori dell’industria del gaming che ancora è visto, troppo spesso, come una persona quantomeno slegata ai contesti culturali ed ideali che vivono fuori del suo mondo.

Oltre a questo primo motivo ve ne è un altro che, sebbene di tipo più strettamente personale, non è stato per me meno importante nel farmi decidere la pubblicazione di The Bodies Artist. Questo libro che resoconta la prima parte della mia esperienza ultra-ventennale dedicata alla indagine del rapporto tra tecnologia ed espressione artistica condivisa, è dedicato a tutti coloro che hanno partecipato con me alla realizzazione dei contenuti presenti nel testo. Si lavorava in quegli anni sul valore espressivo dell’anonimato, sul significato di opere d’arte partecipata dove il singolo tratto di stile venisse diluito nell’esperienza condivisa. Pensa che solo la web-performance di Cinestasi fu il prodotto di una interazione che vide il contributo di oltre 1000 persone che in tempi diversi interagirono attraverso la Rete con questa nuova idea di cinema ibrido.
Insomma per me pubblicare questo lavoro è come stringere di nuovo la mano a tutte le persone che vi riconosceranno il loro contributo, così storicizzato. Spero che per loro sia la stessa cosa leggerlo.

D.: Ok, 2 i motivi e due gli approfondimenti ad essi di cui ti chiederò conto. Il primo: in che maniera pensi che il tuo apporto allo sdoganamneto della figura del Professional Poker Player agli occhi della pubblica opinione possa contribuire alla risoluzione dei numerosi problemi che affliggono questo segmento del settore del gaming in Italia: gli skills games (giochi d’abilità)

CMS: Nessuno di noi, da solo, può essere risolutivo, ma ognuno di noi, insieme agli altri, può rappresentare l’anello di una catena in grado di rimettere in ordine il comparto degli skills games, e non solo. Penso che questo modo relazionale di concepire il proprio contributo alla soluzione dei problemi valga in ogni ambito della vita.

In Italia abbiamo sostanzialmente due problemi strutturali al riguardo. Il primo è una normativa dell’on-line basata su un monopolio che non può che far male ad un segmento che non è nato per essere valorizzato come merita all’interno di un mercato chiuso e piccolo come l’Italia. Si deve rivedere in modo sostanziale la normativa al fine di avere un mercato degli skills games del tutto aperto almeno a livello europeo.

Il secondo è che non siamo riusciti ancora ad arrivare ad una normativa per il live che valorizzi il tessuto dei circoli territoriali già presenti ed attivi su tutta la penisola.

Per risolvere in maniera positiva questi problemi occorre che il segmento degli skills games venga normato a partire dalla sua diversità strutturale rispetto agli altri segmenti del gaming, come possono essere il betting (che tuttavia anch’esso ha bisogno di essere maggiormente liberalizzato), i giochi da casinò, le VLT ecc. ecc.

Gli skill games in quanto giochi d’abilità a tecnica prevalente hanno un diverso impatto rispetto agli altri segmenti del comparto citati, non solo per quello che riguarda il rapporto tra abilità ed alea alfine di determinare una vincita o una perdita, ma anche relativemente al rischio di ludopatie che è molto minore nel nostro caso. Possono gli skills games essere quindi forieri di una socialità che non è aliena ad una cosiddetta ‘sana cultura del gioco’. Hanno, altresì, una importante capacità aggregativa, soprattutto nei confronti dei giovani e che li sottrae, ad esempio, alla triste influenza dei vari radicalismi senza sbocco tipici della nostra epoca; una capacità aggregativa che va portata alla luce e non repressa nelle persone, perchè così se ne avvantaggierebbe in maniera significativa tutta la società nel suo insieme, da tutti i punti di vista, non solo economico, gli skills games dal vivo sono una grande festa di socialità e partecipazione, una forma di intrattenimento che non ha praticamente costi di ricaduta relativi alla salute pubblica per lo scarso impatto che gli skills games hanno, se offerti in modo adeguato alla loro potenzialità di giochi a tecnica prevalente, come accennavo prima, sulle ludopatie e…

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D,: Fermati, fermati, tutte belle cose, ma come ci arrivi dal punto di vista delle proposte?

CMS: Meno male che mi hai fermato tu, stavo rischiando di scrivere un altro libro.

Dunque, le proposte, sinteticamente, per gli skills games: innanzitutto liberalizzare l’on-line in ambito almeno europeo, togliere o limitare ad AAMS le prerogative attuali di rilascio delle concessioni, magari si possono utilizzare le sue competenze per fare l’anagrafe dei giocatori italiani che così potranno con una certificazione unica giocare dove meglio ritengono essere coveniente per loro all’interno dei circuiti autorizzati nell’intero territorio comunitario e poi pagare una tassazione intelligente, non vessatoria e al passo con le marginalità tipiche del comparto sulle eventuali vincite. Questa anagrafe dei giocatori potrebbe essere la base anche per far emergere la figura del giocatore professionista, al quale, qualora egli optasse ufficialmente per questa scelta professionale, gli si dovrebbero aprire le porte per poter giocare ovunque a livello mondiale.
Secondo aspetto il live: semplicemente occorrerebbe far fare da cappello a tutta la normativa, anche quella del gioco a distanza, il recepimento di quella norma per cui, come sancisce il gambling act del 2005 del Regno Unito, si può giocare ovunque ad uno skill game, dopodichè, lasciare a livello locale, regionale o comunale, i limiti di stake (i limiti di posta economica) che sia possibile giocare in un circolo piuttosto che in un casinò, indipendentemente dalle modalità di gioco. Questa riforma sostanziale del segmento degli skills games, permetterebbe in un batter d’occhio l’emersione di tutto il tessuto socio-economico che già opera su tutto il territorio italiano senza una norma precisa e al limite dell’illegalità, illegalità alla quale, verrebbe definitivamente condannato qualora invece si normasse a favore dei soliti monopolisti che vogliono ridurre tutto il comparto del gaming a delle cattedrali dedite alla creazione di un rapporto con il gioco votato, questo si, a favore dello sviluppo di ogni tipo di ludopatia con immense ricadute negative per la collettività che…

D.: Alt, alt, ancora cose bellissime, ma chi le può far sue in Italia, queste proposte, in questo momento?

CMS: Nessuno degli attuali contenitori politici, nessuno dei personaggi che in questi contenitori sono storicamente coinvolti, quindi bisogna dare un’occhiata attenta alle varie nuove proposte e offerte politiche che ultimamente hanno animato questa campagna elettorale e vedere chi ha fra queste, il giusto background politico-culturale per farle proprie e provare con buona probabilità di successo a renderle concrete.

D.: …e tu hai un’idea precisa in questo senso?

CMS: Si e mi ci sto impegnando, così ho anche risposto alla tua domanda su come posso cercare di ottimizzare il mio contributo personale a questi temi attraverso lo sdoganamento della figura dell’addetto ai lavori, ma non te la dico la mia idea perchè sto qui a promuovere il libro, no a fare campagna elettorale.

D.: Rispetto e anzi condivido. Passiamo al secondo approfondimento circa i motivi che ti hanno spinto a quest’ultima fatica editoriale. A parte il sapore di amarcord a tributo di tutte le persone che con te, nel corso degli anni, hanno animato questa ricerca espressiva basata sul superamento del copyright, a chi pensi possa essere utile la lettura di The Bodies Artist?

CMS: A tutte le persone che guardando una qualsiasi delle pagine di un social pensano che il percorso di una vera partecipazione all’espressione libera e condivisa dei contenuti in Rete sia un affare concluso e pienamente realizzato.

D.: Un ultima cosa che a me, inizialmente ha fatto pensare ad un refuso, perchè nel titolo ‘I corpi artista’ il sostantivo al plurale e l’aggettivo al singolare?

CMS: Leggete e lo svelerete…

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