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il 1 Giu 2013

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Ale Pastura: “I tornei re-buy oggi sono la formula vincente”

Ale Pastura: “I tornei re-buy oggi sono la formula vincente”

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SAINT VINCENT – Tornei re-entry si, o tornei re-entry no? Se fino a poco tempo fa nel panorama dei tornei live italiani praticamente tutti gli eventi erano giocati in modalità freezeout, negli ultimi tempi stanno invece proliferando quelli re-entry, ovvero con la possibilità per i giocatori eliminati nel Day1A di ripresentarsi al tavolo il giorno seguente pagando nuovamente il buyin.

Nel circuito non tutti sembrano gradire questa nuova strategia adottata dalle poker room avvallando la tesi che, così facendo, si vada a modificare le dinamiche classiche del gioco a favore di quei giocatori che hanno un certo tipo di bankroll, o che comunque hanno alle spalle una sponsorizzazione.

Con le Pokerclub Live Series in pieno svolgimento nel Casinò de la Vallée abbiamo cercato di capire cosa ne pensa a tal proposito il capitano del team pro di Lottomatica Alessandro Pastura.

“Iniziamo a partire dal discorso del bankroll: a mio avviso stiamo parlando di un falso mito. Se uno ha la disponibilità di giocare un torneo da 550 euro come queste PLS, dovrebbe essere in grado di poterne giocare anche altri con l’iscrizione dello stesso importo.
In più un torneo re-buy dà la possibilità, a chi non potrebbe permettersi una seconda iscrizione, di prender comunque parte a un evento dove si andrà a generare un montepremi molto più elevato rispetto a un normale freezeout.

Noi di Lottomatica abbiamo scelto di adottare questa formula proprio per dare la possibilità a chi si fosse qualificato con un satellite online di provare a vincere un torneo con una prima moneta importante a fronte di un investimento iniziale molto contenuto”.

Come si affronta un torneo re-buy? Cambia radicalmente la strategia da adottare?

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“Cambia di parecchio, si, e il mio torneo ne è l’emblema. Mi sono trovato ad essere quasi sempre short fino agli ultimi venti minuti di giornata quando ho scelto di cambiare decisamente marcia proprio con la consapevolezza di poterci eventualmente riprovare il giorno dopo.
Personalmente credo che in tornei di questo tipo sia importante presentarsi al day2 grossomodo in average, o altrimenti provare a prendere qualche rischio in più forzando  alcuni spot.
Come in ogni cosa, d’altra parte, c’è anche l’altra faccia della medaglia: chi ha la tendenza a giocare tight, se ha la fortuna di trovarsi delle buone starting hand, potrebbe proprio sfruttare i tanti “tuffi” degli short”.

Le poker room organizzatrici dei tornei, secondo te, cavalcheranno questa nuova moda, o prevedi in futuro un ritorno alle vecchie abitudini?

“Questo sarà molto legato a quelli che saranno i nuovi scenari del poker.
Oggi i tornei che vanno per la maggiore sono quelli dal buyin contenuto e che quindi non riescono a garantire un montepremi così allettante per il giocatore.
Se dovessero arrivare le tanto agognate licenze per i live con conseguente nuova spinta per gli MTT, allora si potrebbe pensare di riproporre qualche torneo freezeout in più.
Per il momento però sono convinto che i tornei re-entry siano quelli che andranno per la maggiore.”

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