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Welcome to Rio! Il mio primo giorno alle WSOP
Arrivo a Las Vegas alle 22.15 di domenica sera. Il tempo di salutare gli amici in Italia che si stanno svegliando, qualche ora di sonno e il pomeriggio ci dirigiamo al Rio, l’ Hotel & Casinò sulla Western Flamingo Road di Las Vegas che dal 2005 ospita le World Series Of Poker.
Nel parcheggio si vedono file di Limousine, Chevrolet e Hummer. Un angolo è dedicato alle ‘motorhome’, le case su ruote in cui, durante le Wsop, alloggiano campioni come Jason Mercier e Phil Ivey.
L’ingresso della zona congressi del Rio è indicata dalla scritta di rito, “Benvenuti alle World Series Of Poker 2013”.
Prima della porta ci sono delle lunghe tende dal cui soffitto scende una fitta pioggerellina umida che durante le pause ritempra i giocatori dalla calura di Vegas.
L‘escursione termica con le sale condizionate dell’interno è notevole.
Ben più che notevole è invece la struttura una volta entrati: “gli americani hanno il vizio di fare tutto in formato gigante, quando arriverai vedrai coi tuoi occhi”, mi avevano detto diversi amici prima di partire, ed effettivamente non posso dargli torto.
D’altronde qui, solamente nell’edizione dello scorso anno, hanno giocato le Wsop 74.766 player di 101 nazioni diverse. Per questo i campionati del mondo si svolgono in tre sale di dimensioni comprese tra il grandissimo e il mastodontico.
Per accedervi si passa dal lungo corridoio a mano destra dell’ingresso, perimetrato da stand che vendono libri di poker, magliette, foto personalizzate, custodie di cellulari, frutta e altri articoli assortiti. Per darvi un’idea di quanto il corridoio sia lungo, basterà dire che non sono pochi ad aver preso in affitto le motorette su tre ruote che dalle nostre parti sono usate perlopiù da portatori di handicap (qui in U.S.A. le utilizzano spesso le persone obese).
Dal passaggio si accede anche alla poker kitchen e ai desk per le iscrizioni e per il ritiro dei premi, nonchè alla sala stampa dove ci troviamo al fianco di colleghi francesi, tedeschi, brasiliani e statunitensi (ma solo perchè oggi è in programma ben poco, nei prossimi giorni sarà ben più affollata).
Entro nella sala Brasilia, a mano destra verso la metà del lungo corridoio, dove è attualmente in corso il 1500 $ Pot Limit Omaha hi-low. Qui c’è il palco dove Rocco Palumbo l’anno scorso ha cantato l’inno italiano: a vedere il podio in rovere con la bandiera americana di fianco, sembrerebbe la location perfetta per un discorso di Obama, se solo non fosse per il braccialetto e le scritte Wsop che sovrastano le foto dei campioni delle due carte.
Poi è la volta di conoscere la sala Pavilion, la più grande poker room al mondo, dalla parte opposta del corridoio. Immaginatevi file di tavoli a perdita di occhio, disposti in quadranti a seconda che vi si svolgano partite cash, satelliti o eventi Wsop.
Infine, poco più avanti, arriva il momento di ve dere la sala Amazon: oggi è quasi deserta, ma la scenografia è di quelle che toglie il fiato, con le luci blu che sovrastano la zona del tavolo televisivo trasmesso in differita a carte scoperte. Che spettacolo vero? Immaginate cosa può voler dire giocare lì..
Mentre scrivo capisco che ancora devo ambientarmi.
La giornata di oggi, con lo ‘sballo’ del fuso orario ancora in circolo, serve proprio a questo: da domani si parte a pieno regime con il 5000$ NLH 6 max e le mille curiosità sbalorditive che solo Las Vegas nel periodo dei campionati del mondo di poker può offrire.