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Ale Pastura e l’adattamento alle Wsop: “Rispetto ai tornei italiani è un altro gioco!”
Che aggiustamenti devono mettere in pratica i nostri connazionali quando incrociano le carte con i più forti giocatori al Mondo ai tavoli delle World Series Of Poker?
Abbiamo girato la domanda ad Alessandro Pastura, sicuramente uno degli italiani presenti a Vegas che hanno giocato più eventi di queste Wsop 2013.
Per il capitano del team pro live PokerClub la prima differenza sostanziale sta nei range preflop:
“Il ventaglio di carte che si possono giocare alle Wsop è molto diverso dai tornei ‘di casa’ perchè in Italia la maggior parte dei giocatori live hanno uno stile tight-passive. Qui a Las Vegas, invece, i giocatori tight che si trovano hanno uno stile aggressivo, ma sono rari: molto più spesso si trovano giocatori loose aggressive, specialmente quando si tratta di qualcuno che proviene dall’online. I più skillati delle Wsop, poi, sanno cambiare marcia e range a seconda del flow della partita. Per aggiustarsi nel preflop, dunque, occorre sia tenere conto del particolare momento che dei giocatori che abbiamo al tavolo. Avere un buon timing e saper variare il proprio gioco è una skill che qui a Las Vegas è molto più importante che in Italia”.
Pastura prosegue il suo discorso sull’adjusting ai tavoli delle Wsop con una digressione sui field:
“In Italia i tornei hanno di solito poche centinaia di giocatori. Qui a Vegas, invece, ci sono tornei con 2 mila e più partecipanti. Da questa differenza, a mio avviso, dipende in primo luogo un diverso approccio ai coin-flip: in Italia basta vincere un paio di colpi importanti per essere quasi sicuri di arrivare in the money. Alle Wsop, invece, per arrivare a premio bisogna vincere tantissime mani: due flip non bastano neanche ad arrivare in aria di itm. Traducendo il concetto in pratica, una mano come dieci – dieci si può mettere sotto qui alle Wsop molto più facilmente che ai nostri tornei, se si è sicuri di trovarsi contro un asso- kappa o un asso – donna, perchè vincere un flip ai primi livelli di gioco qui a Vegas non cambia la tua aspettativa di vita nel torneo“.
Per concludere, il capitano del team pro live PokerClub affronta la questione dei diversi stack di partenza tra i tornei dello stivale e quelli delle Wsop.
“Diciamolo chiaramente: noi italiani siamo abituati abbastanza male, perchè partiamo ultradeep, anche con 1000 o 2000 bui. Qui alle Wsop, invece, al secondo livello di gioco puoi benissimo trovarti con meno di 100 bui, e dunque devi essere molto più cauto nella gestione dello stack. In Italia perdere 100 o 200 bui ai primi livelli non significa necessariamente trovarsi con l’acqua alla gola, se capita la stessa cosa qui a Las Vegas significa che sei stato eliminato”.