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Alcune mani improbabili del One Drop
Il One Drop è partito: il torneo più esclusivo di queste 2013, dove si sono radunati quasi tutti i migliori giocatori del mondo. Dopo il successo del Big One dell’anno scorso, quest’anno la fondazione One Drop ha voluto allargare il numero di partecipanti riducendo il buy-in a “solo” 111.111$, il che ha favorito che abbiamo visto prendere il via fino a 166 giocatori.
La principale caratteristica della struttura del One Drop è che si tratta di un torneo molto deep, dove i giocatori partono con uno stack di ben 500 bui. Il margine per lo spettacolo c’è, e durante il Day1 abbiamo visto già alcune mani che faranno milioni di visite su Youtube nei prossimi mesi.
I saliscendi di Greg Mueller, una giornata da ricordare
Visti questi stack così deep risulta strano aver visto due giocatori andare all-in già nel secondo livello della giornata. La mano l’abbiamo vista al tavolo 453, in un piatto che fino al turn vedeva coinvolti tre giocatori: Bill Klein, David Benyamine e Greg Mueller. Precisamente quest’ultimo ha puntato dopo i check rivali; Klein ha foldato mentre Benyamine ha raisato a 18.500, trovando il cold call di Mueller. Il board in quel momento era 3874 con due quadri e due picche. Il river, un 2 di cuori ha scatenato l’inferno.
Benyamine è uscito puntando 39.000 fiches. Mueller ha raisato a 144.500, committandosi per un eventuale push di Benyamine, che è arrivato senza indugi. Mueller ha dato un’ultima occhiata al board per essere sicuro di non essersi perso niente e ha chiamato girando il nuts, con 65 a fiori per una scala. Anche Benyamine ha girato 65 di due semi diversi per la stessa scala. Sarebbe stato molto interessante aver visto cosa sarebbe successo se al river fosse scesa una carta che completasse uno dei due flush draw sul board…
Mueller e Benyamine non si fermavano in questo spot. Qualche mano più tardi si sono trovati di nuevo heads-up in un board Q553, dove Mueller ha risposto con un raise a 24.000 alla puntata di Benyamine, che ha chiamato. Un altro 3 è sceso a river per complicare le cose a Benyamine, che ha check-raisato a 160.000 la puntata di Mueller, che a quel punto ha deciso di chiamare sapendo che c’era un cooler nell’aria per uno dei due giocatori. Benyamine ha fatto vedere prima un ininfluente 6 di cuori ma poi un 5 di cuori per un full-house. Muller ha respirato tranquillo quando ha visto che non si trattava di QQ, l’unica mano, insieme a 3-3) che poteva battere il suo full floppato con Q5.
Sempre Mueller è stato il protagonista di un’altra mano che l’ha mandato in the tank al river per circa un quarto d’ora. Certo, pensare di foldare un full è sempre una decisione molto dura per un pokerista. Mueller aveva già fatto vedere i suoi 66 su un board 6AKA2 ma ancora non aveva deciso se chiamare l’all-in di Daniel Alaei. Come mai non ha snappato Mueller? “Ti avevo messo su AK al flop“, ha detto Greg, “quindi pensavo ‘come riuscirò a prendere tutte le fiches di Daniel?’“. Ovviamente, se Alaei aveva AK aveva un full superiore a quello di Mueller, che continuava a parlare anche se a quel punto non si capisse bene se con Alaei o solo con se stesso vista la situazione: “Ti chiedo solo una cosa, Daniel. Se foldo, non mostrare un bluff. È tutto quello che ti chiedo: non mostrare un bluff“. Alla fine Mueller ha foldato e Alaei… Alaei ha gettato le sue carte nel muck.
Antonio Esfandiari al 46% contro un set
Anche Antonio Esfandiari si è visto coinvolto in una mano molto particolare. In che situazione il nostro avversario floppa un set e noi siamo comunque al 46%? Risposta: quando noi abbiamo floppato la top pair e una scala colore bilaterale. Il board era 7 di cuori, 9 di cuori e 10 di fiori. Esfandiari e Richard Yong vanno ai resti dopo diversi raise e Yong gira una coppia di 9 per il set ed Esfandiari T8 di cuori per un monster draw. Turn: 8 di fiori che apriva diverse vie per Esfandiari: lo split con un 6 o un jack o il full superiore con un altro T. River: 5 di cuori ed Esfandari chiude il suo colore esultando come uno che ormai si vedeva fuori del “suo” torneo.
Full al river: obiettivo? Perdere i minimi
Abbiamo visto altre mani come set over set, flush over flush o un poker floppato da Jeff Gross ma l’ultima mano su cui vogliamo soffermare è una mano giocata da David Einhorn e Toby Lewis ma che ha visto coinvolto in un certo senso anche “Durrrr”. Einhorn era l’original raiser mentre Lewis giocava in posizione dal bottone. Su un board 8KAJ con due cuori e due quadri, Einhorn ha puntato 30.000, ricevendo il call di Lewis. Il J di quadri è caduto al river e Einhorn a sparato la terza barrel, di 80.000.
“Quanto hai dietro?” ha chiesto Lewis a Einhorn, che non ha battuto ciglio. A quel punto “Durrrr” ha fatto lo spione e ha fatto un conteggio da solo: “Più o meno 160.000” ha detto Dwan a Lewis. Toby ha preso le fiches e ha fatto il call. Einhorn ha girato AA per un full mentre Lewis ha fatto vedere AJ per l’underfull di jacks e assi. “Wow, ha fatto solo call?” ha detto Einhorn, che sperava nel push del suo avversario. Il giocatore si è rivolto ancora a “Durrrr” cercando un po’ di consolazione: “ha fatto solo call” continuava a ripetere, “pensavo avesse KK…“.
Mani condotte da campioni in modo più o meno discuttibile ma tutte concentrate in uno degli eventi pokeristici più importanti di quest’anno. Lo seguiremo da vicino e continueremo a raccontarvi l’andamento del torneo e le mani più spettacolari che troveremo ai tavoli.