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il 16 Lug 2013

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James Alexander o come dilapidare 17 milioni di fiches al Main Event delle WSOP

James Alexander o come dilapidare 17 milioni di fiches al Main Event delle WSOP

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Avete presente quel simpaticone online che a un certo punto impazzisce e va all-in il 90% delle mani per 40-50 bui? “Donk”, si pensa, o addirittura si scrive mentre si spera che qualcuno (preferibilmente noi) prenda in mano la monster, lo elimini e ci faccia giocare in pace di nuovo. Qualcosa di simile è successo ieri niente meno che al Main Event delle WSOP.

Il protagonista di questa prodezza si chiama James Alexander e sarà ricordato nei prossimi mesi per essere “quello che passò da 17 milioni di fiches nel Main Event a venire eliminato nel giro di un’ora”. Se siete degli sceneggiatori bravi potrete anche ricavarne una storia divertente o probabilmente tragica.

Alexander ha iniziato la giornata settimo nel chipcount con 9.445.000 fiches. Nel primo livello ha avuto un grandissimo rush fatto praticamente solo di aggressività, aprendo tantissimo piatti, tribettando e giocando con molta fiducia e sicurezza. Dopo due ore di gioco, alla fine del primo livello Alexander si era portato praticamente al doppio delle sue fiches iniziali, a 17.260.000.

Non sappiamo cosa abbia potuto fare Alexander nella pausa dopo il primo livello ma probabilmente il giocatore statunitense si è fatto prendere da un senso di onnipotenza e da un complesso di superiorità che gli è costato il Main Event. Tutto è iniziato nella mano 108, quando Max Colemann, rimasto con meno di due milioni ha pushato da UTG. Alexander, da UTG+1, ha fatto il call e un po’ di sorpresa si è vissuta al tavolo quando ha girato J9 offsuited. La coppia di 8 di Coleman ha retto il colpo e Alexander ha perso i suoi primi due milioni di fiches.

Irritato da questo colpo perso, nella  mano successiva ha aperto da UTG e ha trovato il push da small blind di David Benefield per circa tre milioni di fiches. Call di Alexander con A2 suited che è sotto un treno contro gli AA di Benefield, che raddoppia e fa scendere Alexander a circa 12 milioni. Non si era ancora completata la prima orbita di gioco e lo statunitense aveva già perso 5 milioni, quasi la terza parte del suo stack.

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James giocava praticamente tutte le mani: apriva o tribettava, non c’erano altre opzioni. La caduta di Alexander continuava pochi minuti più tardi. Apre da bottone, Rep Porter pusha 5 milioni da big blind e Alexander chiama di nuovo con A2, questa volta off. Il problema è che il call ora è di quasi la metà del suo stack e che Alexander è dietro a quasi tutto il range di push di Porter: dominato da qualsiasi asso, al 30% contro qualsiasi pocket pair… Comunque Alexander riesce a prendere l’asso al flop ma un 9 al river fa doubleuppare Porter e Alexander precipita a circa 6,5 milioni.

A questo punto scatta la follia di Alexander, che inizia a pushare dalle prime posizioni tutto il suo stack di circa 40 bui. Pusha, va verso i suoi tifosi mentre si deve ancora decidere se qualcuno chiama, li abbraccia e torna per impilare le fiches. Con queste mosse da molesto giocatore online, Alexander riesce a riprendersi un po’ e torna agli 8 milioni.

In ogni caso, l’avventura di Alexander iniziava a vedere la fine in una mano in cui non si può dire che non sia stato particolarmente sfortunato. Da big blind decide di chiamare il raise di Amir Lehavot da MP. Flop: J95 con due fiori. James check-pusha con il suo J8 a fiori per top pair e flush draw ma Lehavot gira 55 per il set. L’ultimo 5 al turn lascia drawing dead Alexander, anche mentalmente. “Se foldate tutti fino a me, vado all-in senza guardare le carte“, dice nella mano successiva.

Il torneo di James Alexander è durato circa una ventina di mani da questo momento. È finito quando ha deciso di pushare A7 offsuited da bottone sull’apertura di Lehavot da UTG. Call dell’israeliano con AT e un T subito al flop lascia la mano praticamente chiusa. Alexander è player out al 19º posto , vince 285.408$ e da quello che spiega subito dopo nell’intervista ufficiale non sembra di avere particolari rimpianti:

Ero rilassato tutto il tempo e ho giocato sempre per vincere. Sono un giocatore loose-aggressive, è come sempre ho giocato e come continuerò a giocare“. Poi però un po’ rosicava James: “Non mi è mai capitato di ricevere il push di un giocatore e spillare gli assi, ho dovuto lottare sempre. È stato divertente e so che alcune delle giocate che ho fatto sembrano discutibili ma come ho detto, ho giocato per vincere. Ho scelto degli spot in cui potevo gamblare. Sono sicuro che guarderò indietro e penserò agli errori che ho commesso ma ora sono molto felice. È stata una buona run e mi sono divertito tanto. Tornerò!“. Quest’ultima ci sa proprio di minaccia.

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