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il 19 Lug 2013

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Senato USA: “Il poker è come il porno!”

Senato USA: “Il poker è come il porno!”

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Una cosa la dobbiamo concedere a tutti quelli che continuano a vedere il gioco online come la fonte di tutti i mali del terzo millenio: si superano ogni volta, non si smentiscono mai e riescono sempre a stupirci con le comparazioni più improbabili. L’ultima è proprio la frase che vedete nel titolo, il paragone fra l’internet gambling e la pornografia, che purtroppo non si è sentita in un dibattito di una tv locale alle due di notte ma proprio nel Senato degli Stati Uniti.

Ieri si è tenuta la seduta sul “L’espansione del gioco su internet: questioni sulla protezione del consumatore” all’interno di una sottocommissione del Senato dedicata a esaminare i problemi che potrebbero derivare dalla legalizzazione del gioco online negli Stati Uniti.

Dobbiamo ricordare che dopo il Black Friday il gioco online (poker compreso) è diventato legale solo in tre stati: Nevada (dove si trova Las Vegas), Delaware e New Jersey (dove si trova Atlantic City). Il dibattito riguarda dunque la legalizzazione o meno del gioco a livello nazionale.

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Per fortuna la comparazione del gioco online con la pornografia (come se questa fosse anche per se degradante) non è stata l’unica opinione che si è espressa durante la seduta e altri voci più serene si sono fatti sentire, come quella dell’avvocato Jack Blum, che ha sostenuto che il divieto del gioco online “non funzionerà. Il cavallo è già partito [metafora indubbiamente “yankee”, n.d.a.]. Internet è troppo grande per essere controllato e può capitare comunque che i controlli non funzionino lungo i confini degli stati o delle nazioni“.

Anche il senatore repubblicano Dean Heller è stato una voce discordante e ha sottolineato la differenza fra il poker, che è un gioco di abilità e non d’azzardo, e gli altri giochi da casinò. Non era di questa opinione il presidente della commissione, il senatore John D. Rockefeller, che considera il gioco online “un affare di tanti miliardi di dollari che include parecchi rischi, per esempio il riciclaggio di soldi per finanziamento di attività terroristiche“. Niente di meno.

In ogni caso quello che emerge da tutto questo dibattito, a tratti anche furibondo, è la necessità di prendere una decisione davanti a una situazione che non si può continuare a ignorare come se niente fosse. Questo ricorda molto la situazione del poker live in Italia, dove lo Stato non solo evita di affrontare un argomento che interessa dal punto di vista ludico e professionale a tanti cittadini: ogni giorno che passa senza una regolamentazione coerente ci sono tanti soldi che non si incassano provenienti da un’attività che, ragionevolmente tassata, darebbe un ottimo contributo al paese in un periodo economico così difficile come quello che attraversa l’Italia.

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