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Francia: i software di tracking diventano “tabù”?
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Così è come sono stati definiti dalla rivista francese GQ i tracker, ovvero i programmi come Hold’em Manager e Poker Tracker che permettono ai giocatori online non solo di accumulare tutte le mani da loro giocate per rivedere il proprio gioco e cercare di migliorare ma anche di ottenere in tempo reale sullo schermo le statistiche dei loro rivali in modo di avere degli indizi sulla mossa migliore da fare.
Ma non è finita qui: GQ va decisamente troppo lontano nel criticare questi software poiché praticamente li accusa di causare la caduta del mercato del poker online in Francia. In effetti, secondo la rivista, si tratta di una sorta di “trucco” che fa spuntare come funghi i grinder, i giocatori che multitablano per otto ore al giorno facendo del poker la loro prima fonte di introiti. A causa di questi grinder, che GQ cifra nel 15% dei giocatori (senza nessun tipo di dati a sostegno), si annullerebbe il “fattore azzardo” del gioco e i giocatori amatoriali giocherebbero solo per venire spennati da quelli che utilizzano i software di tracking.
Bisogna ricordare che ci sono altri media fuori dal mondo del poker che la vedono molto diversamente sui tracker. Per esempio il Wall Street Journal, quando nell’articolo in cui parlava del poker come “una scienza” faceva riferimento proprio a questi programmi come strumenti di lavoro per i giocatori, nello stesso modo in cui una calcolatrice viene utilizzata da un ingegnere o un punching ball da un pugile, senza che nessuno si azzardi a dire che stanno “barando” nei loro mestieri.
Anche se c’è chi si vanta di non utilizzare affatto questi programmi, viene difficile immaginare un giocatore che stando tutti i giorni su 10-15 tavoli contemporaneamente non gradisca un indizio sullo stile di gioco dei suoi avversari, che sono potenzialmente qualche centinaio. Soprattutto quando non c’è nessun impedimento legale per utilizzarli.
Nessuno? Dipende. In Nevada per esempio un impedimento legale c’è, o sembra che ci sia. Per ora si rimane nel dubbio perché la legge non è molto chiara in merito e dice solo che non si possono utilizzare programmi che “registrino le carte giocate“, senza più specificare.
Un argomento dunque quello dei poker trackers che continuerà a far parlare non solo la propria comunità pokeristica ma anche i media dei più diversi generi, che possono vedere in questi programmi sia la nobilitazione del gioco in quanto materia di studio che uno sporco trucco da bar con cui prendersi i soldi della gente per bene.