Poker a Manila: gambling sotto il monsone

Ultima puntata del viaggio del TonyG nostrano a Manila, capitale delle Filippine e nuovo polo del gioco d’azzardo mondiale in pieno sviluppo.

Dopo la prima, la seconda e la terza puntata, oggi arriviamo alla conclusione dell’esperienza asiatica del player italiano: la parte finale del suo viaggio è stata condizionata dal maltempo portato dai monsoni… scopriamo insieme cosa è successo a Manila!

19 agosto

Usciamo dal casinò Solaire e ci infiliamo di corsa in taxi: pensiamo di andare a Makati, che è un po’ il quartiere turistico. A Manila prendete tranquillamente i taxi ufficiali per spostarvi, corse di 10-15 minuti vi costeranno 2-3 euro.

Makati, dicevamo. Non pensate al quartiere turistico come lo intendiamo noi vacanzieri occidentali. Diciamo che è un quartiere residenziale, dove gli occidentali si “mischiano” ai residenti locali in un quartiere tranquillo, in una città comunque non facile e non semplice da attraversare e nella quale molti quartieri o zone sono poco raccomandabili. A Makati ci sono molti nuovi condomini multipiano, alcuni avranno una ventina d’anni, altri molto recenti. Nei dintorni palme, fontane e molti grandi magazzini. All’interno dei grandi magazzini molti ristoranti, bar e punti di ristoro che restano aperti fino a notte inoltrata. A noi era piaciuto molto la sera prima al GreenBelt 3, dove su due piani sono raggrupati ristoranti di cucine di varie etnie, pub, taverne, bar. All’Havana c’era musica dal vivo, tavoli di legno all’esterno, ci si siede, si beve o si mangia, si paga poco, c’è anche un piccolo spazio dove qualcuno balla, può capitare di sedersi anche insieme ad altre persone sedute allo stesso tavolo. Il giorno prima era venuto a piovere proprio mentre ci stavamo ambientando e stavamo socializzando, per cui avevamo pagato velocemente (15 euro per una cena completa a base di insalate, pollo, birra, pasta, dessert) ripromettendoci di tornare.

E mentre ora lunedi, il tassista ci sta portando verso il quartiere di Makati, vediamo che spesso le strade sono completamente allagate su un lato, e il tassista è costretto a procedere lentissimamente su un fianco solo della strada, talvolta anche contromano. La pioggia viene giù con violenza, la visibilità è limitata; se continua così, come torneremo poi a casa se la situazione peggiora? Decidiamo così di tornare in albergo, rientramo e torno al tavolo; serata anonima al poker e particolarmente fortunata al punto e banco. E a nanna mentre fuori non smette un attimo.

20-21 agosto

L’indomani, dopo il mio breakfast con brodetto asiatico, mi iniziano ad arrivare sms, telefonate ed email di amici e parenti italiani preoccupati: sulla tv nazionale sono passate immagini drammatiche di Manila colpita da tifone tropicale; si parla di otto morti e decine di migliaia di sfollati. Video e foto di gente immersa nell’acqua fino al petto sui siti internet dei principali giornali italiani. Noi siamo al sicuro, riparati e tranquilli e nell’albergo non abbiamo alcun tipo di preoccupazione o timore, ma fuori la pioggia non dà tregua.

In effetti gli ultimi due giorni siamo bloccati; il ristorante dove avevamo prenotato per la sera, è irraggiungibile anche per i taxi, addirittura il mercoledi il casinò avrà un’aria strana, mancano clienti: le strade sono impraticabili e la gente non può raggiungere il casinò. Ma manca anche il personale! Dove prima c’erano 5-6 camerieri ce ne sono 2-3, dove c’erano 3 barman ce n’è uno, anche molti di loro sono impossibilitati a raggiungere il casinò. L’aria è un po’ mesta, e impossibilitati a uscire all’esterno passiamo gli ultimi due giorni tra vari trattamenti di bellezza/ringiovanimento alla SPA (non chiedete quanto più giovane o bello sia diventato, please) qualche breve mesta infruttifera seduta al poker e qualche proficua seduta al punto e banco. E così il giovedì, recuperate le spese di viaggio, vitto e alloggio e aggiunto un po’ di pane e companatico per irrorare il bankroll che ci consentirà altri spostamenti futuri, rientramo in Italia.

Quando un viaggio è sotto una buona stella, lo è in tutto. In aeroporto scopriamo che l’aereo è strapieno e quale titolari della carta gold per le miglia della Emirates la compagnia ci regala l’upgrade in First Class. Quando un viaggio nasce sotto il favore degli astri…

Alla prossima!

TonyG