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Phil Hellmuth raggiunge il suo 100° in the money alle WSOP
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Cento volte a premio, 100, un centinaio, dieci volte dieci . Lo possiamo scrivere come vogliamo, il risultato rimane comunque spaventoso: Phil Hellmuth ha raggiunto ieri la magica cifra delle 100 volte a premio fra le World Series Of Poker di Las Vegas e gli altri circuiti internazionali delle WSOP.
Phil Hellmuth non è sicuramente il giocatore più amato del circuito. I suoi ingressi in pompa magna al Main Event, le sue scenate quando perde un colpo, i suoi “soliloqui” in cui non si spiega come lui, dio del poker, possa essere così sfortunato contro quelli che non sanno nemmeno fare lo spelling della parola “poker”… Tanti motivi per non stare simpatico a molti ma anche un curriculum che lo vorrebbe qualsiasi giocatore di poker al mondo.
Fra le critiche, le scenate e l’aura sacra di cui il buon Phil pensa di essere circondato c’è una cosa che non si può discutere: i risultati. Per quasi vent’anni è stato il giocatore più giovane ad aver mai vinto il Main Event delle WSOP, quando nel 1989 l’ha fatto avendo solo 24 anni, un primato che nonostante sia stato poi superato da Peter Eastgate (2008) e da Joe Cada (2009) rimane comunque un’impresa magnifica e incomparabile con l’evoluzione che ha vissuto il poker negli ultimi anni. Con l’esplosione dell’online qualsiasi ragazzo 21enne che arrivi a giocare il Main Event lo farà con qualche milione di mani alle spalle, un’esperienza che nel 1989 era semplicemente impossibile.
Phil è un animale da torneo. Anche se spesso lo vediamo anche giocare cash in televisione, l’habitat di Hellmuth sono i tornei, i livelli che aumentano, la gestione dello stack, la lettura dei rivali e una virtù che non gli viene riconosciuta spesso: Phil Hellmuth a volte trova dei fold impossibili in spot dove quasi tutti i giocatori andrebbero rotti consapevoli di poter accontentarsi poi con la solita frase “è un cooler”. Basta questo video per capire di cosa parliamo:
httpv://www.youtube.com/watch?v=rUUXlyzcB68
Se vediamo i numeri di Phil uno non può che riconoscere che sia uno dei torneisti più forti del mondo, se non il più forte:
- 100 in the money alle WSOP (92 a Las Vegas, 7 in Europa, 1 in Asia)
- 13 braccialetti (12 a Las Vegas, 1 in Europa)
- 12.268.218$ vinti solo alle WSOP
In pratica, ogni nove in the money, Phil vince un braccialetto, che è una media paurosa. Gli sta solo dietro in numeri assoluti Erik Seidel, con 79 in the money (80 con l’evento WSOPE in cui ha fatto Final Table) e otto braccialetti, mentre hanno una media migliore di lui solo un piccolo gruppo, fra cui Doyle Brunson (36 itm, 10 braccialetti), Johnny Chan (45 itm, 10 braccialetti) e Phil Ivey (52 itm, 9 braccialetti).
Dunque, prima di criticare Phil Hellmuth, ricordiamoci questi numeri e diamo a Cesare quello che è di Cesare. Per finire vi riproponiamo l’intervista esclusiva che Phil ci ha rilasciato nelle ultime WSOP.
httpv://www.youtube.com/watch?v=aJ2F00kixJw