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Daniel Negreanu, Player Of the Year 2013 delle WSOP
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Per sigillare il suo primato nella classifica del Player Of the Year del circuito WSOP, Negreanu aveva prima bisogno di un settimo posto al Main Event delle World Series of Poker Europe. Eliminato invece in venticinquesima posizione, aveva bisogno non solo di un ottavo posto all’High Roller ma anche di evitare una prodezza di McLaughlin, che dovendo ancora giocare il Final Table dei November Nine avrebbe potuto strappargli la vittoria un epico rush finale qualora avesse centrato la vittoria in entrambi gli eventi.
Invece niente di tutto ciò. McLaughlin era il bubble man dell’High Roller e a Daniel bastava l’ottavo posto per diventare per seconda volta Player Of the Year, dopo averlo già fatto nel 2004. Con il POY in tasca, Daniel è andato avanti fino a vincere anche l’High Roller e il suo sesto braccialetto.
Negreanu commentava a caldo dopo la vittoria ieri nel suo solito stile: “Sono ancora molto lontano da Phil Hellmuth ma ora devo dire che ho due POY per nessuno di Phil, quindi è il momento di far diventare questo premio molto più importante…“. Poi ha ringraziato l’organizzazione e ha finito dicendo che “supporterò questo gioco tutta la vita mentre sia in grado di giocare e a quanto pare so come giocarlo ancora“, ha detto facendo vedere il braccialetto appena vinto.
La strada di Daniel verso questo premio ovviamente non si è forgiata solo in questi giorni delle WSOPE, anzi, è stata creata per tutto il mondo, da Las Vegas a Parigi passando anche da Melbourne, dove ha vinto il Main Event delle WSOP Asia-Pacific. Daniel ha piazzato bandierine in tre continenti, ha vinto due braccialetti e ha ha fatto diversi Final Table per ottenere questa vittoria.
La struttura dei punti assegnati a ogni giocatore per ogni evento è simile al payout: più giocatori e più alto il buy-in più punti valgono i risultati. Per capire l’importanza degli 890,22 punti raggiunti da Daniel alla fine dell’anno basta fare qualche paragone con altri giocatori, per esempio con Tom Schneider, che con altri due braccialetti ha fatto 438,51 punti oppure Mike Matusow, che avendo vinto un braccialetto e avendo fatto altri quattro in the money di punti ne ha fatti solo 278,75.
E gli italiani?
Il primo italiano della lista è Dario Sammartino, che con quattro deep run alle WSOP ha ottenuto 120,11 punti per un 345° posto, che potrebbe sembrare un po’ poco ma va anche messa in contesto: Dario non gioca il 70-80% degli eventi come Negreanu e non ha giocato le WSOP Asia-Pacific, per esempio. In ogni caso, questo fa capire come la cosa più importanti siano le vittorie e i Final Table.
Secondo degli italiani è Antonio Buonanno, che con il suo quarto posto all’Evento 57 da 5.000$ di buy-in ha raccolto 118,80 punti per un 354° posto. Ci sono anche Andrea Dato (370°, 116,25) e Alessandro “Il Doge” Longobardi (453°, 104,75), i cui Final Table hanno pesato parecchio. Castelluccio rimane fuori dai primi 500 semplicemente perché nei Main Event delle tre WSOP (Vegas, Europa e Asia-Pacific) i punti sono “secchi”, non vengono modificati da nessun moltiplicatore per il numero di iscritti o il buy-in. Perciò Sergio ne ha 75 punti per il suo 14° posto al Main Event.