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Robys e i centomila euro pretesi dal Fisco: “Mi accusano in base ad Hendonmob…”
Roberto “robys” Sabato è uno dei tanti rounders italiani (oltre 150) coinvolti nell'”operazione all-in“, intervento di accertamento congiunto tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, volto a fare chiarezza sui proventi derivanti dalle vincite nei casinò all’estero.
L’imprenditore pugliese ha recentemente ricevuto due notifiche, rispettivamente da 59.000€ e 50.000€, di tasse non pagate, alle quali ha immediatamente presentato ricorso.
Al telefono ci ha raccontato i fatti dal suo punto di vista.
“Lo Stato mi sta chiedendo 110.000 euro di Irpef , sanzioni e interessi da pagare in dieci giorni per le mie presunte vincite di 38.000 dollari incassate tra il 2008 e il 2009 in vari casinò stranieri. Innanzitutto la proporzione che c’è tra le mie vincite e la richiesta è assurda: in realtà i miei presunti proventi fatti all’estero sono molto più bassi visto che, tra spese, tornei persi e quant’altro, faccio praticamente a pari. Secondo ma altrettanto rilevante è il fatto che si basino esclusivamente sul sito Hendonmob che non ha alcun genere di valenza legale”.
IPC: A testimonianza di questo, Italia poker Club aveva già dimostrato come certe vincite riportate da HendonMob siano spudoratamente fasulle. Cosa ne pensi di questa storia?
RS: E’ l’ennesima conferma di quanto quel sito sia inattendibile. Ci sono organizzatori di tornei che “gonfiano risultati” per far vedere che si è trattato di un bel torneo, la maggior parte dei “casinò” manda i dati senza deal e addirittura è capitato spesso di vedere qualcuno che ha espressamente richiesto ai dirigenti del casinò di non voler comparire. In quelle circostanze viene preso un nome a caso degli iscritti e lo si mette in uno degli scalini più alti per coprire il “buco”, si arriva così ad attribuire vincite inesistenti a “tizio” senza sapere quanto ha intascato “caio“. Il concetto fondamentale è però quello già anticipato in precedenza: sono gli stessi gestori di Hendonmob ad autoscreditarsi e a sostenere apertamente di non dichiarare sempre il vero!
IPC: Come pensi di affrontare questa tua battaglia legale?
RS: Parto da un presupposto: io qui ho il mio lavoro, famiglia, interessi extrapokeristici e non ho mai pensato di lasciare la mia città e magari fuggire all’estero. Io sono il primo a voler pagare la tasse ma ci deve essere un inquadramento chiaro e finché i giocatori di poker non verranno riconosciuti come categoria, tutto questo è impossibile. Chiedermi 110.000 euro è un’estorsione legalizzata, è pretestuoso ritenere che ogni mio movimento bancario e postale sia legato al gioco e non ad altro.
IPC: Sai come si stanno muovendo i players che come te hanno ricevuto questi richiami fiscali?
RS: So per certo che altri giocatori si sono appellati alla corte di Giustizia europea: se uscisse una sentenza a loro favore andrebbe a cadere anche il mio procedimento. Per ora io ho già fatto ricorso alla commissione tributaria, sono pronto ad appellarmi al Tar e se non dovesse andare bene nemmeno in quella sede mi rivolgerà anche io alla Corte di Giustizia Europea. Non smetterò di combattere e insieme al mio commercialista tributarista, il dottor Gianni Capuano, che sta facendo un lavoro eccezionale, andrò fino in fondo per vincere questa battaglia.
IPC: Ci avevi scritto di essere stato contattato dalla redazione di “Servizio Pubblico” di Michele Santoro, puoi dirci qualcosa in più?
RS: Mi hanno chiamato pochi giorni fa chiedendomi di partecipare alla trasmissione, dovrei andare nel giro di un mese. E’ bello sapere che un programma come quello di La7, con uno come Santoro, che si è sempre battuto contro le ingiustizie, si sia interessato al mio caso, che poi non è solo mio visto che i giocatori coinvolti in tutta Italia sono davvero tanti.