Tilt Poker Cup – Quanto contano le skill nel singolo evento e nel lungo periodo?

La Tilt Poker Cup coinvolge gli appassionati di Texas Hold’em e attira anche chi gioca per professione, vivendo il poker come vero e proprio primo lavoro.

Evidentemente la formula trovata dagli organizzatori della Tilt Events è azzeccata, se oltre ai carneadi si presentano in sala giocatori del calibro di Andrea Benelli, Enrico Mosca, Carlo Savinelli, Alessandro Sarro, Alessandro Fasolis, Antonio Bernaudo e Alessandro Minasi e Alessandro Meoni, giusto per citare alcuni dei tanti big presenti in questa edizione che festeggiava anche la notte di Halloween.

Proprio ai superstiti abbiamo chiesto quanto contino le skill in questo singolo evento e una valutazione, invece, nel lungo periodo. In alcuni casi le risposte si sono assomigliate, in altri hanno regalato qualche sorpresa e qualche divergenza di opinione, come è giusto che sia.

Partiamo dall’aspetto più semplice. Praticamente tutti sono d’accordo nell’affermare che nel lungo periodo l’abilità abbia una percentuale rilevante sull’alea.

Le opinioni variano da un pessimistico 70% a un forse eccessivo ottimismo che spinge Domenico Drammis a puntare l’indice su quota 90%.

Proprio quest’ultimo però è categorico quando dice: “Se nel lungo periodo le skill contano per il 90%, nel singolo evento la percentuale si inverte radicalmente e diventa un 10-90! Qui la struttura è buona e aiuta forse a migliorare un po’ la questione, però il singolo evento è troppo casuale“.

Simile il pensiero di Alessandro Fasolis che parla di 80-20 che diviene 20-80 nel singolo evento anche se dice:

“In questo caso, comunque, la struttura regge davvero alla grande considerando anche il buy-in e consente di potersi esprimere al meglio“.

Antonio Bernaudo ed Enrico Mosca propendono per un abbondante 80-20 nella percentuale da assegnare al fattore abilità nel lungo periodo, mentre concordano anche loro che nel singolo evento è molto differente la questione con le percentuali che sono a sfavore, tuttavia Antonio Bernaudo afferma: “Se all’inizio le abilità contano poco anche in tornei come questo perchè puoi trovare molti che giocano a carta alta, poi nel middle stage si possono far valere maggiormente le proprie qualità anche in base allo stack raggiunto e alla struttura che, nel caso specifico della Tilt Poker Cup, mi sembra molto buono anche considerando il low buy-in“.

Gli fa eco Enrico Mosca: “Più la struttura è giocabile meglio è. Quindi su un field qualitativamente medio, anche se qui è medio-alto,  puoi imporre il tuo gioco quando la struttura te lo permette. Questo fattore abbassa notevolmente la varianza del singolo evento“.

I giovani talenti locali, Nicola Cappellesso e Italo Modena, già più volte protagonisti in laguna sono abbastanza concordi nell’assegnare una percentuale che viaggia attorno al 75% nel lungo periodo mentre divergono sul singolo evento. Nicola Cappellesso parla di 30-70, Italo Modena di 40-60, “a volte 50-50 se la struttura nel middle stage è tale da permettere di sfruttare le proprie qualità, e qua si può fare“.

Chiosa questo sondaggio Michele Sigoli che si esprime così: “Nel lungo periodo siamo al 75%, nel singolo evento al 35-40%. Tuttavia se la struttura è buona e il field medio il margine è ottimo e le percentuali migliorano. Se ci fosse questo torneo ogni giorno, credo che mi prenoterei sempre per giocarlo!“