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Collin Moshman: ‘Nel poker o ti evolvi o muori!’ Tre ‘dogmi’ per vincere anche nel 2014.
Il poker è uno sport, a noi piace definirlo così, in continua evoluzione. Qualcuno trova il mercato italiano ‘saturo’ e difficilmente battibile, mentre altri, ad esempio Emiliano Conti, si trovano a loro agio anche adesso, ad anni di distanza da quegli albori del ‘.it’, dove per fare profit e diventare, dunque, professionista bastava studiare il giusto, imparare le basi del ‘giochetto’ e proteggersi dall’arrivo violento delle chips che, solitamente, venivano letteralmente tirate addosso dagli inesperti avversari.
Se sei un calciatore, ad esempio, dovrai allenarti sempre di più per giocare al meglio in un football sempre più veloce e tecnico, dovrai seguire i nuovi schemi pensati dall’allenatore e adeguarti alla novità. Lo stesso vale per il tennis, il basket, gli scacchi e… potrei star qui fino a sera. La parola d’ordine è comunque ‘evoluzione’, necessaria per stare al passo coi tempi che non aspettano te.
Collin Moshman, autore di quella che qualche anno fa era ritenuta essere la ‘bibbia’ dei sit & go, è abbastanza intelligente da aver capito questo e non ne fa segreto sul suo personale blog, regalandoci alcuni ‘dogmi’ probabilmente semplici, ma che, alcune volte, l’ego del pokerista rifiuta o dimentica.
Moshman gioca con successo dal 2004, ha fatto tanti soldi coi sit & go e, a distanza di anni, cerca sempre di studiare le evoluzioni del poker che gli permettono di rimanere vincente.
1 – Gioca solo ciò che puoi battere
Sembra lapalissiano, ma va ricordato. Il poker è un gioco di ‘edge’ e bisogna avere edge sugli avversari per vincere soldi battendo la rake. Collin consiglia, dunque, di ridurre l’ABI per mantenersi vincenti, cercando di sguazzare nei mari dove nuotano i pesci e non gli squali.
2 – Non meriti di vincere (neanche di perdere).
Moshman fa subito l’esempio di Gus Hansen: è sotto di 14 milioni di dollari su Full Tilt ma, essendo considerato uno dei più forti al mondo, sente di meritare di vincere anche negli high stakes online, come se fosse un obbligo. Quindi gioca ai massimi livelli, magari senza aggiornarsi a dovere, e continua a ‘scavarsi la fossa’. Nel vostro piccolo, evitate gli stessi errori: non sentitevi meritevoli di vincere solo perché lo siete stati in passato, piuttosto aggiornatevi costantemente.
3 – Dovete migliorarvi o verrete scavalcati.
I migliori regular, quotidianamente, studiano, analizzano ogni sessione, le mani più intricate e grazie a questo continuano a guadagnare col poker. Gli altri, magari anche appagati o schiacciati dal loro stesso ego, finiscono per ridurre il tempo di studio, continuano a giocare agli stessi livelli e, inesorabilmente, cominciano a perdere o, nella migliore delle ipotesi, diventano anonimi player da ‘break even’.
In quale di questi ‘dogmi’, voi, credete di peccare?