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il 14 Feb 2014

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Thinking Process – Emiliano Conti e il push river in bluff sull’amatore al Sunday Special

Thinking Process – Emiliano Conti e il push river in bluff sull’amatore al Sunday Special

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Dopo Luca Moschitta, Giuliano Bendinelli, Luigi Curcio, Dario Sammartino e Mustapha Kanit, quest’oggi è Emiliano ‘IfaC2Gud2WiN’ Conti, protagonista di un martedì di fuoco su Pokerstars.it, a raccontarci il suo thinking process.

La mano è stata giocata durante un Sunday Special dello scorso luglio, quando erano undici i giocatori ancora dentro al major domenicale della room della picca rossa: una fase, dunque, decisiva per delineare il final table.

Ecco l’azione descritta strada per strada da Emiliano:

mano-emiconti

Ed ecco il thinking process:

 

PREFLOP

Sono in un tavolo molto facile 6-max e decido di aprire da hijack con 8-5 suited. Raiso standard a 50.000 a bui 12.500/25.000, difende il big blind, giocatore occasionale stando alle poche statistiche che ho, 150 mani giocate contro di lui.

 

FLOP

Il mio oppo decide di donkbettare a 53.000, a questo punto mi si aprono due opzioni: floatare la donkbet con gutshot o raisare per continuare con un’action aggressiva su un turn che potrebbe essere scary per lui. Opto per il floating in posizione.

 

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TURN

Esce un 5 che va ad aumentare la mia equity. Il mio avversario spara la seconda pallottola da 97.000 in donkbet. Su qualsiasi figura avrei raisato la sua puntata, ma questo 5 mi ‘costringe’, data anche la size da lui scelta, a chiamare per la seconda volta.

 

RIVER

L’ultima carta del board è un 3. Il mio oppo donkbetta per la terza volta e lo fa a 143.000. A questo punto so di non avere la mano migliore e metto lui su qualcosa come una top pair che sta blockbettando, magari una scala bassa con A-7, A-4 o addirittura un set. Mi convinco comunque che trasformando il mio scarso showdown value in bluff, pushando la sua bet, potrei vincere il pot. Pusho quindi il mio stack di 666.000, il mio avversario tanka per 90 secondi prima di chiamare con A-7 off, mandandomi a fare un tuffo di testa sugli scogli.

 

RIFLESSIONE

Non ho considerato che, per un player del mio calibro, il solo restare dentro in un torneo del genere avrebbe significato soldi. Mettere a rischio la ‘sopravvivenza’ in uno spot così tirato non era dunque necessario: foldare al river sarebbe stata la scelta migliore.

 

Cosa ne pensi della spiegazione di Emiliano? Commenta la mano sulla nostra pagina Facebook!

 

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