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La rivolta di Kiev blocca 150 giocatori dentro il Khreschatyk Club durante il Russian Poker Tour!
Discutibile è la scelta della location. Organizzare una tappa del Russian Poker Tour a Kiev, in pieno centro, in uno dei momenti più difficili della storia dell’Ucraina si è rivelato infatti un azzardo, visto quanto è accaduto nella notte a chi stava tranquillamente giocando il main event.
Circa 150 giocatori che si trovavano all’interno del Khreschatyk Club, lussuosa sede della manifestazione pokeristica, sono stati costretti, a causa dei violenti scontri che stavano avendo luogo all’esterno, a rimanere chiusi dentro la poker room ben oltre la fine del Day 1B perché uscire sarebbe stato troppo pericoloso, se non mortale.
Stando alle notizie provenienti da fonti statali russe, pare che nella giornata di ieri, tra militari e civili, ci siano stati 13 morti e 180 feriti nella guerriglia di Kiev.
L’unico a parlare è stato Oleg Udovenko, il direttore del torneo. Ha spiegato che stavano cercando di far mantenere la calma ai giocatori, che il gioco andava avanti e fortunatamente c’era ancora acqua a sufficienza per tutti. Avevano anche serrato le porte del club, non permettendo a nessuno di entrare nè uscire dal Khreschatyk.
I giocatori, molto stanchi e stressati per ciò che stava accadendo, hanno provato a dormire sulle sedie da gioco, ma c’è anche chi si è dato alle partite di cash game, magari per distrarsi dalla situazione drammatica che li stava coinvolgendo.
Le uniche notizie, fortunatamente positive, riguardanti la vicenda ci arrivano da Raffaele Maria De Nicola, il nostro tournament director che ha la compagna a Kiev, a lavorare come massaggiatrice per il Russian Poker Tour.
Dopo un post pubblicato ieri sera su Facebook pieno di preoccupazione per quello che stava succedendo in Ucraina, le sue parole di questa mattina sono rassicuranti: “Hanno evacuato le persone bloccate durante la notte, la polizia è riuscita a creare un corridoio intorno al club – spiega Raffaele – Sono stati portati via con dei bus. L’ultima volta che ho sentito Diana era a casa di un’amica, lontana dal centro. Adesso sta dormendo. Sta aspettando il visto e il 28 dovrebbe rientrare in Italia, ma se lo otterrà in questi giorni la farò rientrare prima. Comunque organizzare un torneo a Kiev adesso è da irresponsabili, giusto per non utilizzare termini più pesanti…”
Foto di copertina de ‘Il Tempo’