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Approvata la delega fiscale: codice unico dei giochi, radiazione degli spot pubblicitari e fondo anti-ludopatia
309 favorevoli, 99 astenuti e nessuno contrario. Dopo l’ok del Senato, la delega fiscale 2014 è stata approvata anche dalla Camera dei deputati, diventando legge a tutti gli effetti.
Il testo ratificato quest’oggi a Montecitorio riguarda il mondo del gioco molto da vicino: uno degli obiettivi primari del Governo entro i prossimi 12 mesi sarà infatti quello di eliminare ogni spot pubblicitario, televisivo e radiofonico, che promuova vincite in denaro per tutti i giochi, compresi quelli online.
Il Parlamento intende rispettare quei principi già sanciti in sede europea al fine di prevenire comportamenti compulsivi, specialmente nei minori. La nuova legge prevede inoltre la creazione di un fondo anti-ludopatia che possa aiutare tutti coloro affetti dalla patologia.
L’attuazione della delega porterà dunque ad un riordino generale dell’intero settore del gioco e, a quanto pare, ad un nuovo ed unico Codice dei giochi. Le preoccupazioni maggiori sono legato proprio a quest’ultimo punto: torna infatti vivo lo spettro di una tassazione paritaria comune che, qualora coinvolgesse il poker, rischierebbe di stravolgere l’intero settore.
Come ben ricorderete, infatti, qualche mese fa i deputati del PD, Luigi Bobba e Michele Anzaldi, proposero un emendamento nel quale veniva richiesta un’omogeneizzazione della tassazione su tutti i giochi. Il disegno di legge approvato quest’oggi non chiarisce del tutto questo punto, ma si accenna ad una “armonizzazione degli aggi e compensi spettanti ai concessionari e un riordino della disciplina dei controlli e dell’accertamento dei tributi gravanti sui giochi“.
L’operazione di censura totale della pubblicità sui giochi sembra un segnale tutt’altro che confortante, ma un ulteriore aggravio fiscale sul mercato dell’online sarebbe una mazzata impossibile da sostenere.
Non siamo né i primi né gli unici a lanciare l’allarme: anche il “Fatto Quotidiano“, in un articolo di Dario De Toffoli, ha già difeso a spada tratta il poker sportivo, cercando di spiegare come sia un mondo ben lontano dall’azzardo nudo e crudo.
Incrociamo le dita.