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Marco Rusconi : “L’amore per il poker mi ha aiutato a guarire…”
Appena un mese fa vi abbiamo dato notizia del male che ha colpito il campione americano Chad Brown e che tuttora lo affligge. La storia che vogliamo raccontarvi quest’oggi è molto simile, ma fortunatamente ha già un lieto fine ed è lo stesso protagonista a volerla rendere pubblica.
Marco Rusconi, 30 anni, grande amico (e lontano parente) del più noto Dario, ha infatti vinto poche settimane fa il colpo più importante della sua carriera: “A dicembre dello scorso anno ho scoperto di essere stato colpito da un linfoma, una malattia che mi avrebbe cambiato dentro e fuori. Tutte le lamentele e le imprecazioni che facevo per un flip perso o una bad beat subita sembravano d’un tratto ridicole. Sapevo che sarebbero stati mesi lunghi. Mesi di sacrifici e di cure molto pesanti che mi avrebbero allontanato dal calcio e dal poker, le mie due grandi passioni che da sempre mi hanno dato tante soddisfazioni.”
Pur dovendo interrompere l’attività agonistica, Marco (a destra nella foto) ha continuato a giocare a Texas Hold’em online anche durante la chemioterapia: “Non ho mai voluto mollare. Giocare era una cosa che mi dava entusiasmo, mi faceva sentire meglio e, anche se solo per poche ore, riusciva a farmi dimenticare la sofferenza. A darmi ulteriore forza in questo periodo c’è stata un’esperienza sempre legata al mondo del poker: lo scorso anno, infatti, ho avuto l’opportunità di volare a Malta e commentare il tavolo finale dell’ESPT (European Synchronized Poker Tournamen) con Dario [Rusconi], Mustapha Kanit ed Emanuele Di Domenico. Rigavo dritto senza potermi godere la vita mondana del posto, ma sono comunque stati giorni meravigliosi e spensierati lontano dalla clinica e dalle cure.”
Oggi, dopo oltre un anno e mezzo, tutto si e’ risolto per il meglio e Marco è tornato anche a giocare a calcio: “L’appoggio dei miei cari e dei miei amici è stato fondamentale, mi sono sempre stati vicini. Ma anche il poker ha fatto la sua parte aiutandomi talvolta a ‘non pensare’ a quel che stavo vivendo. In queste situazioni non dobbiamo mai abbandonare le nostre passioni: credo che l’aver continuato a giocare sia stata davvero la migliore scelta possibile in questo complicatissimo spot.”