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Claudio De Seriis: “Al Tana delle Tigri continuiamo a credere che il freezeout e le location estere siano le soluzioni migliori”
PRAGA – Dalla prima edizione – datata ormai nel lontano (pokeristicamente parlando) 2009 – ad oggi il Tana delle Tigri ha mantenuto due peculiarità uniche nel ricco palinsesto di eventi live italiani: una modalità di torneo totalmente freezeout e il fatto di aver disputato tutte le nove tappe fuori dai confini italiani (Nova Gorica, Praga e Brno le location).
Chi meglio del patron Claudio De Seriis può spiegare il perché di scelte apparentemente in controtendenza rispetto ad un mercato live che si sta invece ingegnano per trovare nuove formule?
“Dove e quando nasce la creatura Tana delle Tigri?”
Il torneo è stato pensato per la prima volta nel 2009, periodo in cui facevo parte del progetto “Nice Hand”, e ti svelo un piccolo segreto: in un certo senso la denominazione all’evento è stato dato da Dario Minieri. Noi stavamo cercando un nome accattivante per il domenicale da giocare sulla poker room online e abbiamo chiesto a Dario di trovarne uno. Gli venne in mente “Tana delle Tigri” e dunque fu lui per la prima volta a pronunciare quelle tre parole che oggi rappresentano una kermesse giunta alla sua nona edizione.
“La scelta invece di voler tener duro sul “total freezeout” quando in molti l’hanno abbandonata?”
L’evento è stato pensato freezeout e siamo orgogliosi di portare avanti questa formula, nonostante le innegabili difficoltà che scaturiscono da una scelta del genere, soprattutto nel poker di oggi. Quando mi confronto con i miei collaboratori ci definiamo “l’old style del poker”, restando convinti che il freezeout sia la situazione più meritocratica che ci possa essere per un torneo.
Alcune formule inventate e adottate in tempi recenti credo siano gratificanti più per le tasche di noi organizzatori che non pensate per i giocatori, e già quando abbiamo cercato di fare impresa con “Nice Hand” avevamo in testa il nostro obiettivo ben riassunto nello slogan di allora: “la poker room dei giocatori, per i giocatori”.
Lo stesso concetto è quello che cerchiamo di riproporre anche nei Tana delle Tigri.
“L’altro marchio di fabbrica del Tana delle Tigri è quello di aver fatto tutte le edizioni all’estero.
E’ una scelta o una necessità?”
Più la prima che la seconda. Da giocatore ho sempre preferito andare all’estero rispetto ai casinò italiani per un motivo molto semplice: le comodità e i servizi offerti a chi va in una casa da gioco fuori dai nostri confini sono nettamente superiori. E’ un dato di fatto.
“Qualche esempio?”
Uno che mi viene in mente al volo, secondo me essenziale per un rounder, è che poker room e casinò devono essere aperti 24 ore su 24, o almeno molto più a lungo di quanto succede da noi.
Poi, senza voler entrare troppo nel dettaglio, è chiaro che anche le condizioni economiche tra organizzatore e casinò hanno la loro importanza e, anche in questo caso, in Italia è capitato di sentir proposte sconsiderate.
Sia chiaro, la mia non vuole essere una presa di posizione definitiva contro i casinò italiani, semplicemente mi dispiace non vedere negli anni miglioramenti.