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Salvatore Bonavena: ‘Sono felice di passare il testimone a Buonanno’
L’immagine di Antonio Buonanno che alza la picca al Grand Final di Montecarlo è viva nei nostri occhi. così come quella del primo italiano che realizzò l’impresa di vincere un EPT e portare i colori azzurri sul tetto d’Europa, Salvatore Bonavena.
‘Mr. EPT’ ci ha raccontato come ha accolto il trionfo di Buonanno e come vive questo ‘passaggio di testimone’: da ora in avanti infatti non sarà il solo ad aver diritto al soprannome che gli è rimasto cucito addosso tutti questi anni.
IPC: Ciao Salvatore, hai seguito il torneo di Antonio e l’interminabile heads up con Jack Salter?
SB: Certo, ho seguito il torneo di Antonio da lontano perché anch’io ero impegnato in questi giorni con l’ IPO a Campione d’Italia. Ho visto un po’ di final table ma non sono arrivato fino alla fine dell’heads up, mi sono addormentato prima (ride, ndr). Comunque ho fatto il tifo per lui, volevo che vincesse e in più l’inglese Jack Salter mi stava antipatico, era un pagliaccio.
IPC: Possiamo parlare di un passaggio di testimone? Fino all’affermazione di Buonanno eri l’unico italiano ad aver vinto un EPT…
SB: Credo che ogni torneo sia il risultato di una storia sempre diversa, ci sono tante variabili e tante dinamiche da considerare, così come i periodi in cui queste due vittorie sono arrivate. La mia risale a sei anni fa, nel 2008, quando tutto era diverso. Però sono contento di condividere con lui questo titolo simbolico di ‘vincitore di un EPT’ e quindi sono felice di passargli il testimone.
IPC: Conoscevi Buonanno prima di questa vittoria? Come valuti Antonio come player?
SB: Lui è un amico, lo conosco bene, ci siamo incontrati più volte durante i tornei e nelle pause ogni tanto abbiamo cenato assieme. Come me è un giocatore delle vecchia scuola, proviene dal poker a 5 carte e il suo è il classico approccio da giocatore live. Non è il ragazzino che viene dall’online e ti spiega le mani tecnicamente in ogni passaggio rischiando di dare un vantaggio anche al proprio avversario. È un ottimo player che prova a battere il proprio oppo anche con la psicologia e poi, per vincere un EPT, il torneo più importante d’Europa, non conta solo la fortuna, devi essere anche skillato.
IPC: La tua vittoria arrivò in un momento in cui l’Italia stava conoscendo il poker a due carte e quindi servì in un certo senso a far avvicinare tanti players a questo mondo. Pensi che la vittoria di Antonio possa fare altrettanto in questa direzione, considerando il calo che s’è registrato nel poker italiano nell’ultimo periodo?
SB: Guarda, io penso che questa vittoria porterà un po’ di entusiasmo, ma è difficile che le cose cambino. L’Italia intera, come nazione, è in crisi, non soltanto il mondo del poker. Poi mi è molto dispiaciuto che la stampa, escluse le testate dedicate al poker, abbia dedicato veramente poco spazio a una vittoria così importante come quella di Buonanno. E parliamo del torneo più prestigioso che c’è in Europa. Come possiamo sperare che il movimento si ravvivi?
Infine, quali sono i tuoi prossimi eventi in programma e su quali tavoli potremo seguirti?
Per ora sto preparando soltanto una cosa, le WSOP.