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il 4 Lug 2014

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WSOP 2014: Grapenthien batte Brunson allo Stud, Hellmuth solo sesto! Altri 11 italiani avanti al Little One for One Drop

WSOP 2014: Grapenthien batte Brunson allo Stud, Hellmuth solo sesto! Altri 11 italiani avanti al Little One for One Drop

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Altri undici italiani si aggiungono alla truppa azzurra al Day 2 del $1,111 Little One for One Drop. Andrea Vezzani (39.700), Alessandro De Fenza (39.000), Salvatore Bonavena (25.550), Giulio Astarita (22.075), Antonio Venneri (20.100), Davide Suriano (16.575), Andrea Emanuele (13.225), Gaetano Preite (11.275), Andrea Carini (7.750), Marco Conti (6.400) e Marco Della Tommasina (3.200) hanno infatti passato il taglio del Day 1B, andando a fare compagnia quindi a Filippo Galtier (54.500)Giuseppe Polichetti (43.300), Virgilio Di Cicco (18.425) e Sergio Castelluccio (18.400), che si erano già qualificati al Day 1A.

Questo torneo ha avuto parecchio successo: 4.496 buy-in pagati, per un prizepool totale di $4,046,400, di cui $499,056 andranno in beneficenza per la One Drop Charity. Al Day 2 si sono qualificati in totale in 887, di cui 468 raggiungeranno l’ITM. Al vincitore invece spetteranno il braccialetto d’oro e la prima moneta da $637,539.

Abbiamo raccolto un po’ di dichiarazioni azzurre a fine Day 1B, partendo da Andrea Carini: “Un torneo come tutti i 1000: nella prima fase devi fare chips nei primi 4-5 livelli e poi diventa giocabile. Sono partito benissimo in un tavolo facile, poi purtroppo negli ultimi livelli avevo Chino Rheem e altri reg forti sulla mia sinistra, quindi non si poteva fare più di tanto perché se aprivo troppo poi mi ritrovavo a giocare i piatti fuori posizione contro di loro. Domani avrò venti bui da mettere nel mezzo”.

Giulio Astarita: “Ho trovato un field di persone con un’idea del gioco diciamo originale. Nel primo tavolo nessuno sapeva giocare e dunque giustamente sono sceso a 1.500. Il secondo tavolo era molto più tosto ma ho runnato bene e visto belle mani, mi hanno pagato bene i Kappa e gli Assi, poi abbiamo giocato il piatto per andare a 50k ma non l’abbiamo vinto, chiudiamo comunque a 22k, sopra average”.

Conciso invece il neo campione del mondo Davide Suriano: “Sono andato subito deep, a 20k in due livelli, ho chiuso a 16-17k perdendo un po’ di colpi”.

Last but not least Alessandro “AleTilter” Faenza: “Io ho chiuso a 39K a un tavolo con otto europei su nove, tutti bravi rispetto al primo tavolo che invece era inguardabile, ho ingranato bene qualche spot e ho interpretato bene il tavolo, riuscendo a chiudere con uno stack che domani mi farà molto comodo”.

Chipleader definitivo di entrambi i Day 1 è il tedesco di Berlino Franck Yenigotchian, con 93.775 chips, tallonato da Cuong Van Nguyen a 91.000 e Gerald Karlic a 79.500. Al Day 2 anche Antonio Esfandiari (48,775), Lasse Frost (45,675), Allen Kessler (42,250), Damian Salas (41,200), Annette Obrestad (28,700) e Leo Margets (20,675).

 

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Svanisce il sogno del 14° braccialetto per Phil Hellmuth e del 2° per Todd Brunson, che non riescono nell’impresa all’evento#61, il $10,000 Seven-Card Stud Championship.  A ottenere la vittoria è stato invece Matt Grapenthien, al suo primo successo alle WSOP dopo tanti piazzamenti di prestigio, che si è aggiudicato il braccialetto e la prima moneta da $268,473.

Todd Brunson è arrivato fino all’Heads-Up finale, supportato in tribuna dal padre Doyle e dal grande amico Max Pescatori, con il doppio delle fiches rispetto a Grapenthien, facendosele però erodere progressivamente, prima di perdere la mano decisiva (coppia di 8 vs coppia di 5) e dover terminare da runner-up il torneo.

Solo sesto invece Phil Hellmuth, che non è riuscito a far valere la sua esperienza e capacità, facendosi eliminare dal giovane talento australiano James Obst dopo aver perso un grosso piatto contro Brunson. Tutto sommato Poker Brat ha preso bene questo piazzamento, e lo stesso Phil su Twitter sottolinea il cambiamento alla versione PH2.0:

Il Final Day era cominciato con il tavolo finale ufficioso a 9 giocatori, ma Jesse Martin pensa bene di uscire presto dal torneo, mentre il leggendario Henry Orenstein, arzillo 90enne sopravvissuto all’Olocausto, poi inventore della “poker cam” (ossia la telecamera che mostra le carte coperte dei giocatori) e primo ideatore dei Transformers, chiude all’ottavo posto per mano di Phil Hellmuth, che poi lo omaggia su Twitter:

 

Henrick Hecklen è out in settima posizione, seguito poco dopo da Hellmuth; Grapenthien prima abbatte Steve Landfish, rubandogli gran parte dello stack, poi completa l’opera eliminandolo in quinta posizione, ripetendosi poco dopo con Ben Yu. Con un bel tris Brunson butta fuori Obst in terza piazza, andando così da chipleader al testa a testa contro Grapenthien, con quest’ultimo però che ribalta la situazione e porta a casa la vittoria.

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