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Prima volta dei dealer europei alle WSOP: “Tante differenze, anche per noi c’è un braccialetto!”
LAS VEGAS – Tra le grandi novità di questa edizione World Series ce n’è una che riguarda i dealer. Per la prima volta da che sono organizzati, i Campionati del Mondo di Las Vegas vedono infatti degli europei ai tavoli a dare le carte.
Dal vecchio continente sono arrivati in venti, tra cui tre italiani:
“Dovevamo essere di più, ma le lungaggini burocratiche per ottenere i visti lavorativi hanno scoraggiato tanti. Avremmo dovuto iniziare a lavorare alla fine di maggio, e invece siamo riusciti ad arrivare alla terza settimana di World Series – spiega la genovese Valeria Spina – Per venire qua a lavorare ho compilato l’application form, in pochi giorni mi hanno risposto e ho dovuto superare dei piccoli step, come una intervista telefonica e poi un quiz online sulle varianti, visto che alle WSOP si fanno giochi differenti rispetto all’Italia. Poi ci hanno dato dei fascicoli online dove sono descritti nei minimi particolari le regole cash e tornei. Quindi quando arrivi qui sei già preparato sai qualsiasi cosa”,
Valeria ci spiega poi le differenze sostanziali che ha notato tra i tavoli europei e quelli delle World Series:
“Qui negli States i giocatori sono molto tranquilli, in particolar modo nei tornei a buy-in alto, fermo restando che se parliamo di singoli individui può capitare qualsiasi cosa. Poi c’è la questione dei regolamenti – prosegue – Innanzitutto quella del sit-out: in Europa se non sei al tavolo nel momento in cui viene distribuita la prima carta sei sit-out automaticamente, qui invece i player si possono sedere fino all’ultima carta distribuita per giocare. Poi c’è il discorso del raise che va dichiarato se si mette una sola chip… il grosso delle differenze di regolamento comunque riguarda i tavoli cash, in particolare di varianti, ma non è nulla di impossibile”.
Quando le facciamo notare le lamentele che alcuni giocatori hanno rivolto ai dealer delle WSOP, Valeria spiega che invece ha trovato una realtà altamente organizzata e meritocratica:
“Siamo umani e possiamo sbagliare anche noi… In realtà qui ho notato che se lavori bene e vali vieni premiato. Alla fine della giornata i tournament director possono dare dei cartellini di merito ai dealer che si sono distinti nel corso della giornata: alla fine delle WSOP chi ne ha collezionati di più viene eletto come il migliore. Quest’anno è Andy Tillman… fa le WSOP da sette anni ed è davvero bravissimo, una macchina! Speriamo che un giorno qualcuno di noi europei arrivi a vincere anche questo titolo: in fin dei conti per noi che stiamo ‘dall’altra parte del tavolo’ è l’equivalente di un braccialetto!”
Guarda tutte le emozioni delle WSOP nell’ultima puntata di vegas2italy:
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