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Carlo Savinelli: “Se col poker guadagni meno di 50.000€ l’anno corri rischi per il futuro…”
Pensate a 50.000€ di guadagno annuo. Qui in Italia riesce ad averli un dirigente d’azienda o qualcuno che, comunque, di carriera ne ha fatta.
Uno stipendio mensile da quasi 4.200€ puliti, oggi come oggi, è in effetti roba per pochi.
Carlo Savinelli, il ‘sindaco’ di Maddaloni, professionista esperto che con le carte lavora da tempo, ha pubblicato poche ore fa uno stato sul proprio profilo Facebook che ha scatenato una vera e propria discussione tra colleghi e non: in sostanza, per lui sarebbe poco profittevole giocare a poker, se si hanno tra i 20 e i 30 anni, per un guadagno inferiore a 50.000 euro all’anno.
“Mi sono sentito di scrivere questo post – spiega Carlo – dove credo di aver spiegato il mio pensiero in modo accurato, perché spesso, ragazzi che si sono affacciati da poco nel nostro mondo, mi chiedono in privato cosa ne pensi del poker come professione, insomma, mi chiedono dei consigli a riguardo. Così, alla luce di ciò, ho usato un po’ del mio tempo per scrivere la mia idea”.
Quella di Carlo, se uno si fermasse superficialmente alla lettura del primo periodo, potrebbe sembrare una ‘sparata’ esagerata. Invece Savinelli argomenta in cinque punti ben definiti il proprio pensiero di partenza, arrivando a una conclusione logica: arrivare a 30 anni senza un bagaglio culturale adeguato o con un’esperienza lavorativa magari pari a zero, con ‘appena’ 80.000€ da investire, potrebbe rivelarsi traumatico per chi, fino a quel momento, ha mantenuto uno stile di vita decisamente superiore alla media.
“Il pericolo, magari, sono i primi anni di carriera. Si guadagna molto, sembrano anche soldi facili e non è difficile lasciarsi andare a uno spending mensile davvero alto, come ho provato sulla mia pelle. Col tempo, per fortuna, ho aperto gli occhi e ho cambiato registro, arrivando a spendere una cifra mensile adeguata alle mie entrate. In più, grazie allo studio, mi sono costruito una potenziale carriera alternativa al poker, che certamente rappresenta un paracadute importante per il futuro. Non so davvero quanto possa essere il ‘goal’ adeguato da raggiungere annualmente: personalmente se dovessi scendere sotto i 100.000€ annui comincerei a riflettere seriamente su quello che sto facendo. Col poker, se si hanno le capacità, si possono guadagnare molti soldi, è vero. Ma non si è tutelati in caso di malattia, non si può contare su una futura pensione, quindi non è poi tutto oro quello che luccica…”.
In più, da non sottovalutare, è la parabola discendente che, secondo Savinelli, caratterizza la carriera di ogni pokerista.
“L’incertezza la fa da padrona. Ci sono meno soldi in giro, parlo anche per quanto riguarda il poker live. Anni fa nei casinò lo standard erano partite da 10€/20€, con gente che chiedeva di aprire tavoli a limiti più alti, mentre oggi ci si è stabilizzati al 2€/5€. Non è, quindi, che il livello si sia alzato così tanto, piuttosto gira meno denaro. Quindi è molto facile che uno ottenga meno profit dell’anno precedente…”.
Da non escludere poi, in tutto questo, l’aspetto psicologico: quanto può esser duro per un ex-professionista, con poca esperienza al di fuori dai tavoli, il ritorno alla vita ‘normale’?
“Eh, questo è un aspetto da non sottovalutare. Dover buttarsi nel mondo del lavoro, magari oltre i 30 anni, dopo che si è vissuto una vita ad alto livello, può rappresentare un vero e proprio scoglio da superare. Inoltre intraprendere un’attività imprenditoriale con meno di 100.000€ da investire rappresenta un rischio enorme, sempre che non si decida di mollare tutto, cambiare vita e magari aprirsi un chiosco su una spiaggia brasiliana. In Italia, oggi, con meno di 100.000€ puoi fare davvero poco…”.