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A ottobre arriva il “punto UK”: 15% di tasse per le room, ma i giocatori continueranno a sedersi su ‘dot com’
Nel Regno Unito si volta pagina. Il primo ottobre 2014 entrerà in vigore la nuova ‘Gambling, License and Advertising Bill’ che porterà dei grandi cambiamenti nel mercato di settore, a oggi gestito principalmente da siti che operano offshore.
A partire dal mese prossimo tutte le imprese che continueranno a essere presenti in Inghilterra dovranno ottenere una licenza di gioco e pagare una tassa del 15% sui loro profitti.
Un cambiamento epocale. Per quanto il regime di tassazione sia molto inferiore a quello di Italia, Spagna e Francia, alcuni operatori hanno già detto che prenderanno il largo, come Mansion Poker e 12BET.
Winamax e TurboPoker stanno valutando la strategia da intraprendere, mentre altri sembrano decisi ad accettare il nuovo corso.
Tra questi ultimi ci sono i grandi colossi come PokerStars, Full Tilt, PartyPoker, 888poker, Paddy Power, William Hill, Ladbrokes e Bet365 che sono tenuti a ottenere la licenza se se vogliono continuare a far parte di questo mercato che l’anno scorso ha mosso un totale di 2,5 bilioni di sterline.
La prima room a comunicare l’ingresso nel ‘dot UK’ è stata Pokerstars. che a partire dal 1° ottobre sarà attiva in Gran Bretagna probabilmente con il nuovo dominio Pokerstars.co.uk.
A causa delle normative britanniche la poker room dalla picca rossa sarà costretta a ridurre il suo programma di ricompensa VIP Club e ad eliminare dal software la funzione di auto ricarica.
Queste misure si rendono necessarie per ottemperare al Remote Technical Standard approvato dal Parlamento inglese, che recita: “I prodotti relativi al gioco online non devono incoraggiare i clienti ad incrementare le loro perdite, ad aumentare la quota o l’importo che hanno deciso di giocare, o proseguire dopo aver indicato che desiderano smettere”.
Inevitabile lo scontento da parte di molti giocatori che una volta saputo quanto sta per accadere hanno dato il via ad una petizione portata avanti sul forum 2 + 2.
Secondo questa delegazione, il discorso della Remote Technical Standard potrebbe essere accettabile per il gioco d’azzardo, ma non per il poker online.
Ma i giocatori inglesi farebbero bene a non lamentarsi troppo pensando a quanto accaduto ai player italiani, spagnoli e francesi: per loro infatti non ci sarà un apposito ‘acquario’ ma continueranno a giocare sui tavoli punto com.