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Il ‘Re dei Sit’ bannato da PokerStars per multi-accounting, lui si difende: “Stavo facendo coaching”
Il fenomeno del multi-accounting ha purtroppo attecchito nei quattro angoli del pianeta, e ha fatto di recente una vittima particolarmente nota nel panorama dei Sit&Go sul server punto com di PokerStars: stiamo parlando di Scott Ricotta, online conosciuto con il nickname ‘icantsng‘, bannato a tempo indeterminato per avere un altro account a sua disposizione.
Lo stesso Ricotta ha reso nota la decisione presa dai vertici di PokerStars scrivendo un lunghissimo topic su uno dei forum più frequentati dagli appassionati di poker, ovvero TwoPlusTwo, in cui ha copiato il contenuto della mail ricevuta dopo il ban e ha scatenato anche un lungo e acceso dibattito tra i frequentatori del forum.
In realtà, la sospensione non riguarda l’account ‘icantsng‘ su PokerStars, visto che Ricotta è accusato di aver a propria disposizione un account sia nella poker room della picca rossa che su Full Tilt Poker, con una somiglianza assai sospetta sul piano del nickname: nel primo caso lo pseudonimo è ‘WhySoMadFor?‘, nel secondo caso è ‘WhySoMadFor‘.
In realtà, l’account dal nickname ‘WhySoMadFor?‘ su PokerStars è intestato a una donna: contattata telefonicamente tre volte dai vertici della poker room (questo è quanto si legge nel post scritto da Ricotta su TwoPlusTwo), costei avrebbe detto di non essere lei ad usufruire dell’account in questione, facendo accrescere i sospetti legati al fatto che Ricotta giocasse sia con questo pseudonimo che con il consueto ‘icantsng‘, con cui si è creato persino la fama di “Re dei Sit&Go high stakes”.
Tra le motivazioni fornite da Scott Ricotta nel topic su TwoPlusTwo, ci sarebbe quella legata a diverse sessioni di coaching fornite dallo stesso giocatore alla donna, intestataria dell’account ‘WhySoMadFor?‘ su PokerStars e con la quale condividerebbe anche l’abitazione, ma tra le 27 pagine della discussione online (numero in costante aumento) davvero in pochi sembrano credere a queste motivazioni.
Dopo aver ricopiato fedelmente il testo della mail ricevuta, Ricotta non ha esitato ad attaccare i vertici di PokerStars, sostenendo che si tratta di “un sistema inadeguato, in cui gli ‘investigatori’ si contraddicono a vicenda e fanno abuso di potere per sospendere dal gioco questo o quel giocatore“, oltre ad augurarsi che i vertici della società si muovano dall’Isola di Man (sede fisica di PokerStars) per risarcirlo.
Un caso, dunque, assai contorto in cui gli accusatori diventano improvvisamente gli accusati, e l’accusato si trasforma a sua volta in accusatore: non ci resta che attendere per scoprire che ulteriori sviluppi avrà la vicenda.