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La visione del poker coaching di Jonathan Little: condivisione delle idee e webinar
Cosa succedeva 20 anni fa alle persone che volevano imparare l’arte poker?
Quello che immaginiamo noi è un tavolo verde con sopra luci soffuse e al centro il poker coach di turno, con tanto di cappellone texano, che mischiava le carte prima di spiegare mani e size.
Ovviamente non eravamo lì e non sappiamo come andassero realmente le cose.
Per contro, invece, siamo a conoscenza di quello che succede oggi grazie ad Internet e alla rapida circolazione del sapere.
E se fino a qualche tempo fa diversi pensavano che non bisognava insegnare il poker per evitare che si alzasse il livello medio, ora sono in molti a pensare esattamente il contrario.
Fra questi c’è Jonathan Little che in una recente intervista, rilasciata ai colleghi di Pokerlistings.com nel corso delle WSOP APAC, ha raccontato la sua visione del poker coaching.
“E’ decisamente bello per aiutare le persone – spiega Litte – Per quanto riguarda la mia esperienza io sono stato aiutato molto da tutta la comunità del poker. Ho studiato molto su TwoPlusTwo e ho incontrato un sacco di amici che erano sempre felici di dare informazioni. Io sono allo stesso modo: voglio aiutare le persone che vogliono migliorarsi e sono disposte a investire del tempo con me”.
Una vocazione alla base del poker coaching? Stando alle parole di Jonathan Little le cose stanno proprio così, anche se non ha negato che la via dell’insegnamento si è rivelata ottima per anche per portare a casa qualche buon guadagno no variance.
A sostegno di tutto, però, c’è la condivisione delle idee e il pensiero secondo cui la crescita degli altri player non è nociva per i giocatori professionisti.
A proposito Little prosegue dicendo che: “La maggior parte dei giocatori a cui sto insegnando sono quelli che stanno avendo problemi con i mid-stakes games. Da questo punto di vista stanno imparando abbastanza da me e se alla fine vogliono giocare con me io sono più che felice. Certo, probabilmente questo danneggia gli Small e Mid-Stakes, ma certamente non gli High Stakes”.
Assodato questo, veniamo alla pratica vera e propria e alle metodologie utilizzate. Da questo punto di vista i libri ed i video sono degli strumenti interessanti per gli allievi, ma Jonathan confessa che quello dei seminari web (webinar) è il metodo che preferisce nell’insegnamento del poker.
“Probabilmente il metodo del webinar è quello che mi piace di più. – prosegue Little – E’ veramente buono per gli studenti perché si collegano online e hanno la possibilità di fare domande. E’ un format adatto anche per una classe grande che va a vantaggio di tutti visto che gli allievi possono ascoltare le risposte alle domande di tutti.”
Oggi tutto questo sembra banale, ma prima della nascita del web una circolazione delle idee così rapida e dinamica sarebbe stata impossibile.
La parola condivisione, infatti, è diventata sinonimo di crescita individuale e soprattutto collettiva. E probabilmente non c’è soltanto Jonathan Little a pensarla in questo modo.