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il 16 Ott 2014

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Ban a vita per multiaccount dopo la telefonata: “In 20 minuti la mia ragazza non ha convinto PokerStars…”

Ban a vita per multiaccount dopo la telefonata: “In 20 minuti la mia ragazza non ha convinto PokerStars…”

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Dalle stelle alle stalle. Quella che stiamo per raccontare è la storia di un ragazzo che, dopo aver vinto un evento SCOOP quest’anno, si è visto in brevissimo tempo chiudere da PokerStars quell’account ‘magico’ perché accusato di aver fatto multi-account.

Non c’è stato nulla da fare, dalla scorsa primavera, infatti, non ha più potuto giocare ai tavoli della room della picca rossa, nonostante abbia tentato di difendersi, convinto della sua innocenza.

Storia decisamente antipatica per una persona che grinda professionalmente, quindi rispettiamo la sua volontà di anonimato.

“E’ successo tutto subito dopo il successo allo SCOOP. Mi hanno bloccato l’account in quanto convinti si trattasse di multiaccount, semplicemente perché, dal mio pc, si erano loggati due account in giorni diversi, uno a nome mio e l’altro a nome della mia ragazza, che gioca solo per divertimento sporadicamente. Già allora, infatti, abitavamo insieme…”.

Questo player, dunque, va avanti nel suo racconto e ci spiega cosa è successo nelle settimane seguenti l’accaduto.

“Dopo un mese in cui ho più volte cercato di sbloccare la situazione, mi hanno inviato una mail chiedendomi il numero di cellulare della mia ragazza. L’hanno poi chiamata, la telefonata è durata 20 intensi minuti e da lì in poi hanno deciso di bannarmi a vita da PokerStars. Le hanno chiesto come caricava sulla room, cosa fossero Neteller e Moneybookers, poi, cosa particolare, le hanno chiesto la spiegazione di alcuni spot, qualcuno anche parecchio articolato. Il dubbio, forse, è che avessi giocato io col suo account e non lei. Ho potuto, comunque, prelevare i soldi dal conto gioco e, cosa piuttosto curiosa, ho ricevuto anche l’orologio per la vittoria dello SCOOP!”.

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Lui, grinder da circa 60.000€ di profit annui, ha dovuto così rimboccarsi le maniche e, seppur ancora deluso e arrabbiato per questa faccenda, si è spostato su altre poker room per lavorare.

“In questi mesi ho contattato il supporto, ma sempre con esito negativo. PokerStars è convinta della decisione presa, certa di aver fatto la cosa giusta. So di essere innocente, però è ormai un capitolo chiuso e sto continuando a giocare su GD e Sisal. Il rammarico rimane però, soprattutto perché vedo grindare senza problemi chi possiede veramente più account e li usa in contemporanea. Ci tengo a ripeterlo: i due nickname non hanno mai giocato nello stesso momento, l’unica cosa che abbiamo fatto io e la mia ragazza, quindi, è esserci connessi dallo stesso computer in frangenti diversi, nulla più…”.

Anche se la storia presenta molti lati oscuri, è da risaltare in quanto è la prima volta in Italia che la telefonata del Dipartimento Sicurezza di una poker room per verificare la titolarità di un account diventa di dominio pubblico.

A riprova del fatto che le armi per garantire sicurezza e integrità del gioco sono in continua espansione.

 

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