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Due picche per Max Pescatori all’EPT Londra: “Ho saltato il Main per giocare le varianti, danno più prestigio!”
Un primo posto al Seven Card Stud, un ITM al Win The Button e proprio oggi un’altra vittoria all’evento 34 H.O.R.S.E.
Questo il biglietto da visita della trasferta EPT di Londra di uno strepitoso Max Pescatori, capace di ottenere due picche e un ITM.
Senza dubbio un bell’acuto per un giocatore che ancora una volta ha dimostrato di saper approcciarsi al meglio alle varianti del poker.
Certo, i guadagni non sono quelli di un Main Event o di un High Roller, ma la soddisfazione non cambia, anche perché in questi casi i field sono sempre ostici.
Una breve telefonata e Max ci ha raccontato questa esperienza che a quanto pare è partita con un obiettivo: quello di giocare le varianti e di lasciare il segno.
IPC: Max, in questo EPT sei riuscito a ottenere due picche e un ITM. Un bell’en plein…
MP: Sì, sono molto contento perché, nonostante al Main Event dell’ EPT Barcellona fossi andato discretamente, piazzandomi 133esimo, questa volta avevo pianificato di venire a Londra per giocare le varianti. Quando ho steso il programma della trasferta avevo deciso di puntare proprio su questi tre tornei di Mixed Games, che sono quelli in cui riesco ad esprimere al meglio il mio gioco. Purtroppo ieri non c’è stato il field che gli organizzatori si aspettavano, perché nel frattempo erano partiti altri tornei tra cui anche l’High Roller, ma in ogni caso sono molto soddisfatto per il primo posto.
IPC: Hai scelto di fare questi tornei perché ti piacciono di più o per il field?
MP: Diciamo che quando una cosa ti piace di più tendenzialmente è più facile avere successo: nel poker succede così, e io ho sempre apprezzato le varianti perché sono professionista dal 1999 e ho giocato tanto Hold’em. Certo, il No Limit Hold’em mi piace ancora tantissimo in versione torneo, ma essendo cresciuto professionalmente a Las Vegas posso dirti che nelle varianti era più facile incontrare i giocatori più forti e anche più ricchi. Questi tornei, infatti, all’interno della comunità danno più prestigio, ed è il motivo per cui alle WSOP preferisco vincere un braccialetto in un evento H.O.R.S.E. su un field di 50 giocatori piuttosto che in uno di Hold’em superandone 300.
IPC: Anche una questione di prestigio insomma…
MP: Si c’è anche il fatto di essere riconosciuto come un giocatore forte da tutti gli altri. A Vegas, poi, sei portato a fare questo percorso se vuoi confermarti a un certo livello. Mi è sempre piaciuto variare su tutte le tipologie di giochi. Molti top player oggi praticano soltanto il No Limit Hold’em, io sono sempre in cerca di nuovi stimoli. E poi non è detto che non si possano ottenere ottimi profitti con le varianti, sia live che online.
IPC: Come mai hai deciso di saltare il Main Event?
MP: Al Main EPT di Barcellona, dove sono arrivato abbastanza in fondo, mi sono reso conto che sono arrivato molto scarico alle varianti, visto lo stress accumulato non sono riuscito a dare il massimo. La scelta di saltare il Main ha pagato.
IPC: A questo punto una domanda di rito. Qual disciplina del poker ti piace di più?
MP: Sicuramente l’H.O.R.S.E., che penso sia anche quello in cui riesco a esprimermi meglio. Lo apprezzo molto proprio per il fatto che ogni otto mani si cambia disciplina. Oltre allo studio mi piace variare e anche poter improvvisare con dei giochi nuovi. Ad esempio all’EPT ho avuto i piacere di giocare al ‘Win The Button’ che oltre ad essere una bella disciplina è stato sicuramente un ottimo spunto per trovare nuovi stimoli.
IPC: Oltre alla passione che ci hai descritto per le varianti c’è anche una scelta a livello di vincita attesa che ti ha spinto a scegliere alcuni Side piuttosto che il Main Event?
MP: Diciamo che in un torneo di Hold’em è più facile ottenere una grossa vincita in una volta sola. Nel caso delle varianti, invece, è diverso perché essendoci meno giocatori è possibile vincere la stessa somma spalmandola in più tornei. Certo, non nascondo che il ROI è nettamente più alto quando gioco le varianti rispetto all’Hold’em, ma non è soltanto una questione legata alla varianza. Il fatto è che amo variare il più possibile e probabilmente è per questo motivo che continuo ad amare il poker.