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Final Table Wsop: le statistiche dei November Nine
Mancano solamente quattro giorni al tavolo finale più atteso dell’anno, quello che assegnerà il braccialetto del Main Event delle World Series of Poker.
Quattro sono anche i mesi che i November Nine hanno avuto a disposizione per prepararsi all’occasione della vita, quella che nella migliore delle ipotesi può capitare una sola volta.
Fa eccezione soltanto Mark Newhouse, autore di un back-to-back passato alla storia ancor prima di aver disputato il Final Table.
Il titolo mondiale fa gola così come i dieci milioni di dollari di prima moneta: il secondo premio più cospicuo mai assegnato alle World Series dopo quello vinto da Jamie Gold nel 2006, escludendo il Big One for One Drop che fa testo a sé.
Il portale pokernews.com ha riportato una interessante analisi del Day 7 – al quale hanno preso parte 27 player – giocato dai November Nine, con tanto di statistiche sul VPIP, PFR e RR.
Per i meno esperti, i tre parametri corrispondono nell’ordine:
1) VPIP – la % di piatti visti, escludendo i check da grande buio;
2) PFR – la % di raise pre-flop, compresa di tribet, fourbet etc.;
3) RR – la % di re-raise preflop.
Ecco le statistiche dei November Nine:
Ovviamente questi dati sono rivelatori, ma non indicativi. Sulla condotta dei singoli player nel Day 7 del Main Event ha infatti sicuramente influito la relativa situazione di stack.
Il primo dato che emerge dalla tabella è che Mark Newshouse era bello lungo, visto il suo VPIP: il player statunitense è entrato volontariamente in circa un terzo delle mani totali, frutto di un gioco loose-passive ma soprattutto di una lunga esperienza accumulata nel corso degli anni.
La seconda posizione per piatti visti è occupata dal chipleader Jorryt van Hoof, che dalla sua non ha l’esperienza di Newhouse ma uno stack considerevole che gli ha permesso di esprimere un gioco spumeggiante.
Tra i più “nitty”, invece, troviamo il brasiliano Bruno Politano e l’americano Willy Pappacostantinou: la somma dei loro valori supera di poco la mole di piatti giocati dal solo Mark Newhouse.
Quest’ultimo comanda anche la seconda sezione, ovvero quella dedicata alla frequenza dei raise pre-flop, ma stavolta alle sue spalle non compare il chip leader del torneo bensì Dan Sindelar, tra i giocatori più aggressivi al tavolo.
Ultima posizione sempre per Bruno Politano, a dimostrazione che due stili di gioco completamente differenti possano ugualmente portare a risultati eccellenti.
La sorpresa arriva invece per la terza sezione, quella dei re-raise preflop. A guardare tutti dall’alto qui è Willy Pappas, che aprirà meno mani di Sindelar, ma quando decide di farlo non ha problemi a rilanciare le aperture altrui.
Per contro Mark Newhouse, che non disdegna giocare quanti più piatti possibili, nel Day7 del Main Event ha optato per il re-raise solo nell 1.7% dei casi, poco più di un terzo delle volte rispetto ai già citati Pappas e Sindelar.
Nel Final Table questi valori saranno sicuramente condizionati dal numero di bui a disposizione dei singoli giocatori, che vanno dai 30BB di Bruno Politano ai 95BB di Jorryt van Hoof.
L’unica cosa certa è che il 10 novembre ci sarà da divertirsi!