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il 18 Nov 2014

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Saman Ziarati torna in Italia dopo un anno: “Pronto a ripartire, c’è il poker ma voglio fare esperienze”

Saman Ziarati torna in Italia dopo un anno: “Pronto a ripartire, c’è il poker ma voglio fare esperienze”

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Italiani, popolo di viaggiatori. C’e’ viene c’è chi va, soprattutto tra i poker player, che di tanto in tanto non disdegnano fare le valige alla ricerca di nuovi stimoli al di fuori dei confini nazionali.

La possibilità di misurarsi online con i migliori giocatori del panorama mondiale è sicuramente un valido motivo per chi fa il giocatore di professione.

Tra i tanti nomi illustri che hanno scelto di vivere all’estero c’è anche qualcuno che ha pensato di tornare in Italia, seppur temporaneamente, dopo un anno lontano da casa passato tra Edimburgo e Bruxelles.

E’ il caso di Saman “ottodix” Ziarati, incrociato ai tavoli dell’IPO 16.

IPC: Saman, innanzitutto cosa ti ha dato la molla per prendere ed andare via?

SZ: I motivi sono stati tanti, volevo migliorare le lingue, sia francese che inglese e fare delle esperienze diverse: insomma cambiare vita.  E poi perché no, partire era indubbiamente una ottima occasione per poter giocare sulle piattaforme punto com. Sono stato sei mesi a Edimburgo e sei mesi a Bruxelles, due città stupende anche se profondamente diverse.

IPC: Quando un giocatore professionista decide di partire, generalmente pianifica dove e cosa sia meglio giocare. Tu avevi una schedule ben precisa quando hai scelto di partire?

SZ: Diciamo che nelle due città ho approcciato il poker in modo differente. A Edimburgo conducevo la classica vita da grinder: sveglia tardi, palestra e grinding serale tra room punto it e room punto com. A Bruxelles invece c’era la possibilità di giocare cash game live, anche se per via di alcune restrizioni la punto it era interdetta. Inoltre ho preso parte a degli eventi live molto interessanti come i WPT e altri che non sto ad elencare. In generale il mio stile di vita in Belgio è stato differente:  ho conosciuto tantissime persone, uscivo molto più spesso e posso tranquillamente affermare di aver vissuto la città a 360 gradi. Inoltre ho ripreso a studiare il francese, una lingua che avevo abbandonato ai tempi della scuola. 

IPC: Dopo aver passato un anno fuori com’è stato in ritorno in italia?

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SZ: Venendo da una piccola realtà come Ancona la differenza si sente eccome. Diversamente dalle grandi metropoli, come Roma o Milano, la mia città è più simile ad un grande villaggio. Sebbene sia piacevole incontrare nuovamente amici e parenti, dopo poco tempo il bisogno di evadere si fa sentire di nuovo. A Bruxelles avevo l’occasione di conoscere ogni giorno persone diverse, provenienti da qualsiasi parte del mondo, mentre ad Ancona ovviamente questo non accade.

IPC: Pensi che l’esperienza all’estero abbia in qualche modo cambiato il tuo approccio ai tavoli?

SZ: Ovviamente si, sia per quanto riguarda il live che l’online. A Bruxelles ho perfezionato il cash game giocando per sei mesi di fila. Anche se alla fine avrò preso parte allo stesso numero di mani che mi capita di giocare in due giorni online, ho imparato tanto nell’osservare le diverse situazioni di gioco.

IPC: E ora si riparte?

SZ: Fino a gennaio resterà ad Ancora, poi penso proprio di ripartire.  Ad oggi non ho ancora deciso dove andare, una valida opzione potrebbe esser quella di tornare a Bruxelles con un amico di cui non faccio il nome. In alternativa Dublino, Lisbona o qualche città nel Regno Unito. Tanti professionisti scelgono di trasferirsi in Slovenia per esempio, ma dal canto mio preferisco altre mete, magari meno allettanti pokeristicamente ma più vivibili. Per quanto il poker sia il mio lavoro,  vorrei continuare a fare esperienze senza spendere gli anni più belli della mia vita esclusivamente a giocare.

 

 

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