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il 12 Dic 2014

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“Dividere le sessioni in tempi prestabiliti rende il poker migliore”: Actaru5 sulla tecnica del pomodoro

“Dividere le sessioni in tempi prestabiliti rende il poker migliore”: Actaru5 sulla tecnica del pomodoro

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Da sempre la gestione del tempo è un problema condiviso da molti.

Non tutti, infatti, riescono a ottimizzarlo nel migliore dei modi riuscendo a trarre il massimo profitto dalle attività che svolgono.

Negli anni ’80, però, un giovane studente di nome Francesco Cirillo, motivato dal fatto che non riusciva a concentrarsi su quello che stava studiando, inventò una maniera innovativa per gestire il tempo nel migliore dei modi.

E così nacque la cosiddetta tecnica del pomodoro, chiamata in questo modo, proprio perché in quel momento Cirillo aveva un timer a forma di pomodoro.

Il funzionamento è molto semplice: concentrarsi per 25 minuti sul proprio lavoro, senza mai staccarsi dalla sedia e al termine di questi fare una pausa di cinque minuti.

Chiamiamo il lasso di tempo di 25 minuti “pomodoro” e quando ne abbiamo terminati quattro, facciamo una pausa più lunga di almeno dieci minuti. In questo modo tutto risulterà più funzionale.

Ora vi starete chiedendo cosa c’entra tutto questo con il poker. Diciamo che anche in questo campo una gestione ottimale del tempo è fondamentale e a tale scopo il pomodoro, può essere di grande aiuto.

E’ dello stesso parere il pro di Pokerstars.it Actaru5 che ci ha introdotto brevemente all’argomento:

“La tecnica, che può anche apparire banale, consente di dare un ritmo al funzionamento del nostro cervello. A tal proposito dobbiamo sottolineare come questo funzioni in due modi distinti: i cosiddetti “focused thinking” e “diffused thinking”. La modalità “focused” è quella che ci permette di concentrarci sui singoli problemi, cercando le procedure che ci portano alle relative soluzioni; la modalità “diffused“, invece, è quella che ci fa “respirare” e riorganizzare le risorse per la prossima sessione “focused”. Un esempio di modalità “diffused” è un bel bagno caldo o una corsa durante la quale, volenti o nolenti, si pensa (anche inconsciamente) a quando, seduti a tavolino “spremevamo” bene le nostre meningi. Le due modalità, in qualche modo, si “aiutano” a vicenda, ma a una certa distanza. I “lampi di genio” sono spesso propri della modalità diffused. Il guaio è quando non gestiamo lo “switch”. Il pomodoro serve giusto a questo.”

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Ma cosa ha di così affascinante la tecnica del pomodoro?

“Personalmente la tecnica del pomodoro mi affascina moltissimo perché offre la possibilità di ordinare quello che è disordinato. Hai presente quando sappiamo che manca qualcosa e non sappiamo cosa? Il pomodoro può farci fare un balzo in avanti incredibile. Parlo essenzialmente di qualità. Inoltre si sposa benissimo con questo gioco e soprattutto con lo Zoom poker che può essere interrotto quasi istantaneamente al suono del timer.”

Andando a fondo, però, ci chiediamo perché la tecnica del pomodoro può rendere il nostro poker più efficace: anche in questo caso Actaru5 ha un risposta che scioglie ogni dubbio.

“Una suddivisione delle proprie sessioni in tempi prestabili, più o meno brevi, rende il nostro poker migliore perché, sapendo che alla fine avremo una “ricompensa”, il nostro cervello lavora meglio, ed è meno incline a cercarla mentre deve gestire al meglio la citata modalità “focused”.

Quando parliamo di poker, e soprattutto di lunghissime sessioni, c’è sempre un nemico dietro l’angolo. Parliamo del tilt che rischia di mandare all’aria tutto. Ma anche in questo caso il pomodoro può essere di grande aiuto.

Il tilt è funzione del tempo, degli eventi e della predisposizione. Sicuramente il pomodoro è di grande aiuto, è quel qualcosa che ti fa “staccare la spina“. Facciamo un esempio spostandoci alla formula 1 e analizzando il cambio gomme. Se decido di non cambiarle, per un tot sarò primo, fino a che il mio vantaggio non si rivelerà del tutto controproducente, facendomi arrivare ultimo. Siamo macchine molto complesse, ma la maratona stanca e il riposo necessario per caricare le batterie è ricompensato ampiamente dal long run. Se vogliamo fare più km prima di tutti possiamo farcela ma non arriveremo mai a raggiungere i traguardi importanti. Con più probabilità ci si fermerà a metà strada con grandissime difficoltà a ripartire!”

 

 

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