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La matematica dice che il poker è un gioco di abilità
Per anni il poker è stato considerato un semplice gioco d’azzardo ma, con l’avvento del texas hold’em e del gioco online, governi, analisti e studiosi si sono interrogati su una eventuale componente di abilità intrinseca.
E qui la comunità scientifica e dei giocatori si spaccò: divisi fra chi vedeva la fortuna come unica variabile determinante e chi riteneva l’abilità specifica di ogni giocatore come determinante, in particolar modo nella lunga distanza.Con il passare degli anni la teoria dell’abilità ha sempre più preso piede ma, ad oggi, si sente ancora la mancanza di un presupposto scientifico inconfutabile in grado di confermare, una volta per tutte, questa idea.
La soluzione in tal senso potrebbero averla trovata due famosi scienziati e professori universitari: Van der Ganugten ed il suo collega Peter Borm. Entrambi esperti di statistica, matematica e, soprattutto, teoria dei giochi, questi esimi scienziati hanno elaborato una formula in grado di stabilire il rapporto che intercorre fra la fortuna e l’abilità del giocatore.
“Applicando la formula ad una partita di poker, sia essa modalità torneo o cash game, possiamo sottrarre dal totale la percentuale riferibile solo ed esclusivamente alla fortuna. In questo modo, la quantità rimanente, rappresenta la sola abilità del giocatore dovuta alla sua interpretazione delle mosse dell’avversario ed alle informazioni, vere o false, che egli da agli altri contendenti. In questo modo, se riusciamo a determinare che la percentuale di fortuna del successo di un giocatore sia, ad esempio, inferiore al 20% ecco che possiamo affermare senza incertezza alcuna che per più dell’80% dei casi quel giocatore ha successo grazie ad una forte componente di abilità”.
Qualora questa formula venisse verificata e ufficializzata dalla comunità scientifica, molti governi in tutto il mondo dovrebbero ricredersi inerentemente alla loro classificazione del poker, specialmente il Texas Hold’Em, come gioco d’azzardo.
Nei giochi l’azzardo deriva dal fatto che la componente di fortuna sia la sola a determinare l’esito di una partita ma, dimostrando che in realtà la variabile determinante è lo stile di gioco di ogni giocatore, il poker perderebbe questa caratterizzazione di “azzardo” che si porta dietro da sempre.
La formula degli olandesi Van der Ganugten e Peter Borm potrebbe rivoluzionare la legislazione pokeristica mondiale ed aprire un nuovo roseo capitolo per uno dei giochi più belli del mondo, restiamo in attesa…