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il 16 Dic 2014

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Dan Murariu, runner-up d’eccezione: “L’Italia è la mia seconda casa”

Dan Murariu, runner-up d’eccezione: “L’Italia è la mia seconda casa”

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Il Texas Hold’em, come tantissimi sport individuali è un gioco spietato, in cui essere ricordato è solamente il vincitore.

Tuttavia nel poker l’obiettivo principale è raggiungere i gradini più alti del payout, e quando le cifre in ballo diventano alte la gloria viene messa spesso in secondo piano.

Nella tappa finale dell’Italian Poker tour Alessio Isaia ha dovuto tener testa ad un player straniero piuttosto ostico, prima di potersi aggiudicare la Picca per la seconda volta, come avvenne nel 2011.

L’avversario in questione, probabilmente poco conosciuto dalle Alpi in giù, è il rumeno Dan Murariu.

I più attenti avranno già capito di chi stiamo parlando, perché la sua presenza all’Heads-Up finale dell’Ipt non è affatto una novità. Nell’agosto del 2011 infatti, a lottare per picca e prima moneta contro Luca Pagano c’era proprio lui.

Per vederlo nuovamente protagonista ad un tavolo finale di qualche circuito italiano, dopo la seconda medaglia d’argento all’IPT, è stato sufficiente attendere qualche settimana: infatti il faccione di Dan ha fatto capolino anche al final table del People’s Poker Tour vinto da Alessandro de Iaco.

Attualmente Murariu occupa la terza posizione della all time money list rumena, e con oltre un milione e trecentomila euro di vincite live  non ha bisogno di ulteriori presentazioni.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere lui.

IPC: Dan, i tuoi recenti risultati nel circuito pokeristico italiano hanno suscitato la nostra curiosità. Raccontaci come è cominciata la tua carriera.

DM: Ho cominciato a giocare circa dieci anni fa, nel maggio del 2005. Per i primi due-tre anni ho giocato solamente freeroll e tornei con buy-in molto contenuti. Dopo il periodo iniziale di rodaggio, e qualche buon risultato ho cominciato a fare sul serio. Il traguardo più prestigioso a livello personale è stato il back-to-back all’Unibet Poker Open. Sono l’unico giocatore ad averlo vinto due volte e ne vado molto fiero. Senza considerare che nello stesso circuito ho raggiunto in totale cinque tavoli finali.

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IPC: A quanto abbiamo visto non disdegni affatto venire in Italia per giocare gli eventi più prestigiosi.

DM: Premetto che l’Italia è un paese che mi piace tantissimo ed è un po’come la mia seconda casa. L’ho visitata in lungo e in largo, e quando ne ho l’occasione ci torno molto volentieri. Adoro i suoi paesaggi unici, come quelli che offrono la Costiera amalfitana o le Cinque terre, la cucina, la lingua e ovviamente non perdo l’occasione di partecipare ai tornei più importanti. Sanremo è la mia tappa preferita per giocare, e in un certo qual modo mi porta fortuna: non a caso i miei due secondi posti all’IPT sono arrivati proprio là.

IPC: Alessio Isaia, in una recente intervista dopo la vittoria finale, ha confessato di non aver avuto vita facile all’Heads-Up finale.

DM: Alessio è un vero campione. Ho provato ad attuare una tattica conservativa, aspettando un suo errore o un calo di concentrazione. Invece si è dimostrato un vero professionista, e non ha mai perso il controllo sfruttando al meglio le sue abilità. Un esempio è il  fold con AQ in uno spot in cui io ho chiuso doppia con Q8. Lui senza perdere la calma è riuscito a leggere perfettamente la situazione, passando una top pair che in pochi avrebbero foldato nella medesima situazione. Ad ogni modo ho avuto la fortuna di misurarmi con due tra i migliori giocatori del panorama italiano, anche se purtroppo in entrambe le occasioni non sono riuscito ad avere la meglio.

IPC: Negli scorsi anni hai preso parte anche alle World Series of Poker, arrivando ITM al Main event nel 2012. Hai intenzione di calcare nuovamente il suolo americano il prossimo anno?

DM: Sicuramente si, gli anni scorsi ho preso parte a pochi eventi e sono stato solamente un mese, ma nel 2015 ho intenzione di trattenermi più a lungo. La mia specialità è il No Limit Hold’em, non sono un amante delle varianti, così come tanti altri giocatori. Ogni anno succede la stessa cosa: in tanti promettono di studiarne alcune per bene, come il 7 Card-Stud, il Razz o il Deuce-to-Seven, salvo poi ritrovarci l’anno seguente al tavolo senza che nessuno abbia imparato nulla! (ride)

IPC: In Italia il circuito IPT ha subito un calo consistente rispetto agli anni passati. E’ un caso isolato o anche il movimento rumeno sta accusando una flessione?

DM: Diciamo che in generale il poker sta avendo una rapida diffusione, ma gli effetti della crisi si ripercuotono anche in questo mondo. I soldi sono pochi e i giocatori occasionali tendono ad investire diversamente i loro risparmi, concedendosi soltanto di rado qualche lusso, come ad esempio un torneo dal buy-in elevato. In ogni caso le prospettive per una ripresa ci sono tutte, e sicuramente nei prossimi anni la situazione cambierà in meglio.

 

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