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il 13 Gen 2015

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“I nuovi grinder hanno bisogno di sognare!” Andrea Panarese e l’importanza delle sponsorship

“I nuovi grinder hanno bisogno di sognare!” Andrea Panarese e l’importanza delle sponsorship

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Qualche settimana fa abbiamo puntato i riflettori su Andrea ‘andryguen’ Panarese, uno dei regular ‘punto it’ salito alla ribalta negli ultimi tempi.

Il giovane talento leccese, oltre ad essere molto preparato in campo pokeristico si è rivelato anche un attento osservatore delle dinamiche che ruotano nel mondo del poker online.

Dalle strategie adottate dagli avversari meno esperti alle differenze di approccio tra italiani e stranieri, passando per ciò che secondo lui potrebbe dare un nuovo slancio al mercato attuale.

Si, perché secondo Andrea la flessione rispetto agli anni precedenti potrebbe avere origini tutt’altro che misteriose.

Un discorso slegato dall’aspetto puramente economico, dalla crisi e dalla minor liquidità a disposizione dei giocatori, ma più inerente all’aspetto onirico.

Per sua stessa ammissione, Andrea appartiene a una generazione di giocatori per cui il poker è stato prima di tutto un sogno:

“Mi sono appassionato al poker vedendo i programmi in tv, sia a livello promozionale che per quanto concerne le partite High Stakes dove i migliori al mondo si sedevano attorno al tavolo per darsi battaglia“.

Periodi in cui un ragazzino come Dario Minieri riusciva a tener testa ai mostri sacri imponendo un gioco iper-aggressivo e di fatto, regalando al pubblico italiano la speranza di ‘potercela fare’.

Mi ricordo quando qualche anno fa seguivo programmi come Poker1mania e rimanevo affascinato da quello che poteva essere considerato lo ‘show del poker’. Prima si puntava maggiormente sia sulle sponsorship che sui media, ma oramai nessuno investe più in questa direzione. Un ragazzo del ’95 – ’96, come può essere mio fratello, preferisce giocare alla Playstation  mentre io alla sua età mi esaltavo per le gesta dei campioni su Pokeritalia24. Penso che se l’industria del poker continuerà a non dare importanza a questo aspetto sarà l’intero movimento a perderci

La realtà dei fatti mostra esattamente il contrario, con le room che tagliano le sponsorship dei testimonial più illustri, dall’addio di Gus Hansen e Viktor Blom a Full Tilt poker, alle recenti uscite di scena più o meno spontanee di personaggi come Vicky Coren, Christian Favale, e non ultima Kara Scott, che per oltre cinque anni ha rappresentato Party Poker.

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Questo comparatore confronta i bonus di benvenuto attualmente verificabili sui siti degli operatori italiani. Questa tabella ha una funzione informativa e gli operatori sono mostrati in ordine casuale.

Il target attuale prevede l’incentivo al ‘tutto e subito’, come dimostra l’introduzione degli Spin&Go di Pokerstars o degli Shot&go di Pokerclub, senza considerare l’avvento dei giochi da casinò sempre sulla room della picca rossa.

Le conseguenze di un progressivo ridimensionamento del mercato, unite alla maggiore esperienza maturata ai tavoli anche da chi approccia il gioco a livello puramente ricreativo, hanno fatto sì che il field attuale sia piuttosto ostico:

I tavoli sono pieni di regular, mentre i fish diminuiscono notevolmente pur avendo comunque dei leak piuttosto identificabili“.

Secondo Andrea i giocatori meno esperti hanno imparato alcune dinamiche essenziali facendo esperienza sulla loro pelle, ma continuano a gestire in modo sbagliato alcune fasi del torneo:

“Quando il rapporto stack/blind si accorcia molti giocatori italiani tendono ad entrare nel piatto con stack ridotti, trovandosi poi a check/foldare un gran numero di mani. Diciamo che la scarsa conoscenza dei range di shove, re-shove e open-shove non consente loro di gestire al meglio le fasi più delicate, facendo si che l’esito del torneo venga affidato più al caso che alle proprie abilità

Il discorso poi si estende all’atteggiamento post-flop in cui gli amatori:

Dopo aver chiamato un raise con pochi blind a disposizione tendono a foldare molto facilmente se non prendono valore sul board. Esiste una notevole differenza tuttavia tra i giocatori delle ‘punto it’ e quelli delle room ‘punto com’. Nel post flop infatti il ‘fish’ italiano quando non sa cosa fare tende a overfoldare, mentre quello straniero nel dubbio manda i resti“.

 

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