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il 20 Gen 2015

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“Le donne potrebbero risollevare le sorti del poker!” Kara Scott contro le barriere di genere al tavolo verde

“Le donne potrebbero risollevare le sorti del poker!” Kara Scott contro le barriere di genere al tavolo verde

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Gli ultimi mesi verranno ricordati a lungo come un susseguirsi a ruota libera di addii più o meno spontanei e rescissioni contrattuali.

Dall’accoppiata stellare Viktor Blom/Gus Hansen a Vicky Coren, passando per Joe Cada, Marcel Luske, Alex Kravchenko, il nostro portacolori Christian Favale e la storica testimonial di Party Poker Kara Scott, giusto per citare qualche nome illustre.

Insomma il poker cambia volti, ma nella sostanza rimane uguale a se stesso. Con i suoi pregi e i suoi difetti, alla disperata ricerca di nuovi player che siano in grado di riportare il movimento alle vette raggiunte qualche hanno fa. Ma in che modo?

All’indomani di una scelta maturata di comune accordo con l’azienda, proprio Kara Scott interviene sulla questione, parlandoci di un mercato dalle enormi potenzialità, grossolanamente sottovalutato seppur in costante ascesa: quello delle donne.

Allo stato attuale delle cose esiste un solco tangibile tra i due generi, accentuato da una strategia di marketing che strizza l’occhio all’utenza maschile proiettando un’immagine distorta del ruolo delle donne nel poker.

“Uno dei grandi motivi per cui la vittoria di Chris Moneymaker al Main Even delle WSOP nel 2013 ha cambiato il corso degli eventi risiede nel fatto che a suo tempo la gente lo considerava un ‘everyman’, uno qualunque. Uno nel quale le persone potevano immedesimarsi. L’idea di base era questa: se lui può avere successo e battere i pro allora posso farlo anch’io. I nuovi mercati (o quelli presi in scarsa considerazione come il mercato femminile) hanno bisogno di abbracciare quest’ordine di idee, cercando di capire in che modo possano permeare l’immaginario comune con la stessa efficacia”.

La ricetta è semplice e apparentemente a portata di mano. Eppure nel settore si fa una gran fatica a non relegare le donne a un ruolo puramente ‘decorativo’:

“Finché si tenderà ad accostare le donne al poker in qualità di modelle più che di giocatrici e ambasciatrici, sarà l’intero movimento a perderci. L’essenziale è che le potenziali clienti riescano a vedere se stesse là fuori, attraverso i modelli che le rappresentano nel mondo del poker”. 

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Insomma, se al giorno d’oggi al tavolo verde troviamo più uomini che donne non c’è poi tanto di che stupirsi. Un mercato fatto su misura per appagare l’utenza maschile, a scapito di un immenso bacino d’utenza messo inopinatamente in disparte:

Nella scena pokeristica  vediamo una gran varietà di player uomini, e ciò va benissimo. Persone da tutto il mondo, con background, lavori ed età differenti. Ma che dire delle donne? Le tipologie di giocatrici variano, certo, ma in generale ne vediamo poche in giro sopra i 50 anni. Tuttavia proprio le donne appartenenti a questa fascia d’età rappresentano un’ottima clientela potenziale, sia per la maggiore disponibilità economica che per il maggior tempo a disposizione”.

“Se partecipando a un torneo – prosegue Kara –  percepisco da elementi come il branding o dall’atmosfera generale che gli organizzatori hanno cercato di renderlo appetibile in primo luogo ai player di sesso maschile, diventa quasi automatico pensare che i miei soldi non siano poi così importanti per loro. In fondo ho pagato la rake come qualsiasi altro iscritto, ma le mie esigenze in qualità di cliente sono state ignorate. Le donne non sono così felici di partecipare al gioco se sentono che i loro soldi non vengono rispettati”. 

 

L’intervista integrale a Kara Scott uscirà sul prossimo numero di Poker Sportivo, l’unico mensile italiano di poker in edicola, disponibile anche in versione ebook sugli store Apple e Android e sul sito ufficiale.

 

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